*Era seduto su una poltrona imbottita foderata di velluto scuro, dentro una casa in arenaria bruno-rossastra. Accanto a lui c'erano le uniche vestigia degli umani ricchi ed eleganti che prima vivevano in quell'appartamento: i bei tendaggi damascati andavano dal pavimento al soffitto, dando risalto ai bovindi affacciati sul marciapiede. Nella loro spudorata magnificenza gli ricordavano la vita che aveva condotto quando abitava nella grande magione in stile Tudor in cima alla collina. Gli mancava l'eleganza di quella vita. La servitu. I pasti. Le automobili. Passava tanto di quel tempo con le classi inferiori. Le classi inferiori umane, cazzo, visto il bacino da cui attingevano i lesser. Allunga una mano per accarezzare una delle tende, ignorando la nuvola di polvere che si solleva nell'aria immota non appena la sfiora. Bellissima. Pesante e robusta, senza nulla di dozzinale nel tessuto, nei colori, nei bordi o negli orli cuciti a mano. La sensazione tattile che gli procurava gli fece capire che gli serviva una bella casa tutta sua, e penso che magari poteva essere proprio la villa di arenaria. A sentire Mr D, quella casa apparteneva da tre anni alla Lessening Society, essendo stata acquistata da un Fore-lesser convinto che in zona ci fossero dei vampiri. Nel vicolo sul retro c'era un garage a due posti che garantiva la privacy, e lui non poteva sperare in una casa più bella, almeno nel breve periodo. Proprio in quel momento Grady entra con un cellulare attaccato all'orecchio, nel giro finale del circuito che percorreva nervosamente da due ore. La sua voce riecheggiava fino all'alto soffitto riccamente decorato. Adeguatamente motivato dall'adrenalina che aveva in corpo, l'amico aveva tirato fuori i nomi di sette spacciatori e li aveva chiamati uno dopo l'altro, strappando appuntamenti con ciascuno di loro. Lancia un'occhiata al pezzo di carta su cui Grady aveva scribacchiato la sua lista. Solo il tempo poteva confermare la validità di tutti quei contatti; uno di essi era decisamente solido, però. Il settimo nome, cerchiato in nero in fondo all'elenco, apparteneva a qualcuno che lui conosceva bene: il Reverendo.
Alias Rehvenge, figlio di Rempoon. Proprietario dello ZeroSum. Ovvero, lo stronzo che l'aveva sbattuto fuori dal club perche aveva venduto pochi grammi di roba qui e la nel suo territorio. Incredibile non averci pensato prima, cazzo. Certo che Rehvenge figurava in quella lista. Per forza. Era il fiume che alimentava tutti i ruscelli, che cavolo, il trafficante con cui trattavano direttamente i produttori sudamericani e cinesi. Il che rendeva le cose ancora più interessanti. Grady stava chiudendo la conversazione.*
Non ho il numero del Reverendo
Ma sai dove trovarlo *gli risponde lui. tutti nel giro della droga, dai pusher ai consumatori abituali, alla polizia, sapevano dove stava; perciò era un miracolo che il locale non fosse chiuso già da un pezzo.*
Si, ma non posso entrare allo Zero. *Stava dicendo Grady con lo sguardo basso.*
Allora vedi di superare questo cazzo di ostacolo.
*Grady annuisce mesto, segno che finalmente aveva capito che si era messo in un giro più grande di lui. Oppure era a causa della stanchezza… Due lesser entrano dalla porta sul retro e si posizionano di fianco all’umano*
Tu ora torni a casa con loro, saranno le tue guardie del corpo intesi? *un altro cenno. Fa scorrere lo sguardo verso i due lesser. I non morti di solito non avevano bisogno di dormire o di mangiare, era quella la loro forza, tuttavia avevano necessità di riposare erano svegli da giorni interi e anche lui iniziava ad accusare il colpo. Congeda il trio e si dirige verso quella catapecchia di casa che usava suo Padre come base operativa. Non riposava mai sulla Terra, meglio farlo nell’altra dimensione, meno rischi, tuttavia ogni volta che tornava restava sempre un po’ disorientato. Quindi doveva stare molto attento. Quella topaia gli metteva proprio tristezza. Si guarda intorno sconsolato, pensando alla casa che aveva avuto un tempo, quando suona di nuovo il telefono. Mr D. di nuovo. La droga era stata trovata, ma c’era un altro piccolo problema. Qualcuno era entrato in uno dei loro appartamenti sicuri, e aveva sottratto i vasi. Merda! Chi aveva osato tanto? Sfortunatamente avevano trovato il nascondiglio delle armi.* Non me ne frega un cazzo di quello che hanno trovato! Scopri chi è stato e portami la sua testa! *furioso riaggancia per poi richiamare istantaneamente Grady. Dovevano svignarsela, gli appartamenti non erano più sicuri. Si smaterializza all'appartamento giusto per vedere il casino che avevano lasciato gli aggressori. Sangue nero ovunque e due lesser stesi a terra. In tempo per sentire il campanello suonare. Il fattorino della pizza. Quegli idioti avevano permesso a Grady di ordinare da mangiare. Quando l'umano fa capolino sulla porta, uno dei lesser spara senza preavviso verso il ragazzo che cade a terra vicino a una pozza nera oleosa di sangue. Grady si guardava interdetto tutto intorno, cercando di mettere insieme i cocci della sua razionalità. Chiama Mr D. e gli ordina di far sgomberare tutti gli appartamenti protetti, la responsabilità di ripulire quel casino era sua ovviamente. Poi si rivolge all'umano che lo stava guardando a bocca aperta.*
Quello lì non è normale... *dice Grady indicando uno dei due lesser a terra. Aveva il torace squarciato in due, ma gli occhi continuavano a muoversi*
No, non lo era. *gli risponde mentre apre la porta*
E nemmeno tu...
No, io sono divino... E ora andiamo, qui è uno schifo.