...Il martedì dei Sympath..

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*Dicembre, per Dio.Dicembre nello stato di New York è un mix perfetto per chi si darebbe fuoco i connotati pur di scaldarsi, aggiungici anche puntare a nord per due ore, e quasi senti la voce di Danti Alighieri che legge l'incisione :Lasciate ogni speranza o voi che entrate. Le luci della città, Caldwell sempre più tenui alle spalle e davanti al cofano della Bentley il nero della notte. A dicembre il sole tramonta all'incirca verso le quattro e mezza del pomeriggio, quindi ha tutto il tempo per godersi la bella serata, come ogni primo martedì del mese, in splendida compagnia di una principessa. Quasi gli scappa da ridere al paragone. Getta un'occhiata sul sedile del passeggero, il sacchettino di velluto nero è quasi mimetizzato con il sedile. Le uniche due merci di scambio con la sua ammiratrice dalle mille doti, pietre preziose e il suo corpo. Ah che schifo. Parcheggia all'ombra del versante della montagna. Trez di certo si stava nascondendo chissà dove. Il suo unico testimone di quella merda che si consuma in quel capanno, a conti fatti il suo migliore amico, ma che doveva assistere ogni volta a tutto è un aggravante di un immensa rottura di palle. C'è sempre un ma, e in questo caso il ma è che una volta finito con la Principessa, ha bisogno di aiuto per tornare a casa e Trez è bravo in questo genere di cose. Xhex non la poteva nemmeno prendere in considerazione, per il genere di aiuto che gli serviva, non che non si sarebbe accollata tale responsabilità, ma una minima distrazione con la viscida serpe in questione, la Principessa, poi sarebbe finita con i muri rossi e non di vernice. Spegne il motore e la visione piatta, nemmeno ci fosse passato un caterpillar, è rosso rubino. Meraviglioso! L'unico desiderio che ogni volta esprime è che gli incontri con la sorellastra finiscano una buona volta per tutte, si, peccato che quando si svolgono i loro incontri, il suo corpo torna in vita come per magia. Maledetto bastardo. Nemmeno il conato di vomito quando scende dalla macchina riesce a smorzare l'erezione nei pantaloni. Tutte balle.. evviva! Poi come un fulmine a ciel sereno, Ehlena. Porca vacca. La sua risata, il suo odore di cannella, così rispettabile, così pura. *Oh te la togli dalla mente o rischi che qualcuno la scopre. *Ma che bello.. Ora sente anche la sua voce interiore! Rimuove la bellissima femmina da ogni recondito pensiero e cammina sul selciato, che scricchiola sotto le sue Cole Haan. Avrebbe fatto meglio ad allacciarsi la pelliccia di zibellino, perché una folata gelida, ora che è se stesso e non sotto dopamina, gli fa accapponare la pelle. Ehlena..Ah Merda. Ehlena come la sua sorellina e la piccola nipotina appena nata e Madalina, fanno parte di quella piccola cerchia ristretta, che al solo pensiero che qualcuno le avrebbe toccate, non avrebbe esitato a uccidere a mani nude.. Un ghigno soddisfatto fa una comparsa per poi sparire, come il pensiero di tutto ciò. Una brezza gelida gli conferma la presenza di Trez, e a fior di labbra gli dice* Ehilà amico. *La voce cavernosa di Trez invece penetra la sua corteccia cerebrale rispondendogli. *Sbrigati con lei.Prima ti curiamo e meglio è.*Continua a camminare e risponde. *Sarà quel che sarà*E Trez risponde subito nella sua testa.* Prima è meglio è. *Detto ciò torna sotto forma di brezza gelida, e lui ormai davanti alla porta del bungalow. La apre e la Principessa, ritta al centro dell'appartamento. Vestito rosso fuoco, i rubini al collo e gli occhi rossi. Chi è quel coglione che disse che il rosso è il colore della passione? Questo è il rosso dell'odio. La maniglia della porta gli viene strappata, così come la voglia di andarsene. Lì poteva essere se stesso. Ondate di potere scaturiscono dalla Principessa e facendolo fremere.* Nessuna spiaggia oggi? *La voce tagliente della Principessa gli ricorda che stava pensando a Ehlena, e subito la sostituisce con la spiaggia delle Bahamas, che aveva visto anni addietro in televisione. Continua imperterrita con quell'accento strascicato e allungando le S nemmeno fosse un serpente. *Chi è quella femmina. *Chiude la porta senza fare rumore e avvertendo ondate di quello che si può benissimo riassumere Intento di far paura. *La modella di una pubblicità in televisione, mia carissima troia..*Fa una pausa e chiede con voce suadente.* Gelosa? *Attende qualche secondo e la voce di miss carta vetrata gli risponde.* Per essere gelosa dovrei sentirmi minacciata, e sarebbe assurdo. *Si slaccia la pelliccia e si prende in mano l'erezione granitica, abbassando ancora la voce. *E quindi vuoi parlare..Di solito mi vuoi per altri motivi che non hanno a che fare con la conversazione..

*Miss simpatia gli risponde in tono meno irato, ma con una nota sarcastica, di certo senza accorgersene. *Vero.. E com'è che lo chiamano gli umani, quel giocattolo che serve per masturbarsi? Vibratore dico bene? Il tuo scopo è quello. *Detto ciò alza una mano a sciogliere lo chignon, le tre dita ossute che liberano i capelli da quella complessa acconciatura, mettendo in evidenza il polso sottilissimo. La corporatura dei sympath si poteva associare ai giocatori di scacchi, in armonia con la predilizione dello scontro mentale e non fisico. Decisamente. Dato che lui invece è metà vampiro, la sua corporatura è più da giocatore quarterback, spalle larghe, muscoloso e virile , aggiungendoci anche che gli piace vestire sempre impeccabile, in netto contrasto con la sua parte sympath, tutte doti che alla Principessa piacciono. Che montepremi Rehvenge! E per di più la giocata era anche vincente dato che l'atto sessuale dei sympath, da quel che ne sa, si riduce a qualche posizione mentale, seguita da qualche sporadico sfregamento e quando la mano si stava per concludere addirittura un ansito da parte del maschio. Tutto ciò paragonato alla virile brutalità invece che piace a lui, addirittura a legarla a volte, è come far vedere dell'oro a un'arpia no? Si stringe lo scroto con la mano continuando a masturbarsi di fronte a lei, e lo sguardo infuocato che gli scocca la Principessa gli fa venire in mente che probabilmente suo zio è meno dotato di un criceto, ma con due palle grosse come gomme di matita. La dolce femmina imbevuta nella pece bollente si avvicina alle finestre del capanno, ostentando calma, e un: Finestre della malora! gli sboccia dal cuore.* Dov'è il tuo cane da guardia stasera amore? *Ogni S pronunciata da lei, strascicata in modo quasi febbrile. Gli risponde come sempre, con la voce bassa e un ghigno enigmatico in faccia. *Vengo sempre da solo. *Battibecco su chi mente.. Cazzo quasi da copione! Fino a che la Principessa non da la posizione esatta sul nascondiglio di Trez. I sympath possono avvertire tutti gli esseri viventi, Ombre comprese, ma non avendo prove fondate su chi o cosa fosse in agguato lì fuori..Beh il diverbio finisce sempre con lui che gli dava i duecentocinquantamila dollari in rubini tagliati. Si toglie la giacca, i pantaloni, camicia e i calzini ovviamente di seta. Niente boxer. Perché disturbarsi a toglierli dopo? I piedi ben piantati a terra, gambe leggermente divaricate, nudo e in completa erezione, di fronte a lei.*

*Rimase fermo esattamente dov'era e con voce tranquilla gli dice. *Allora facciamo questa transazione? *Lo sguardo della Principessa scorre sul suo corpo, avido e lento, e si sofferma sul suo sesso. Gli occhi rosso rubino e la lingua biforcuta, che umetta le labbra, gli fanno venire voglia di vomitare, ma rimane immobile. Aveva buttato il sacchettino con i rubini a terra poco prima. E la principessa, da gran bastarda com'è..gli chiede senza mezzi termini. *Raccoglili e dammeli. *Lui risponde sempre pacato.* No. *E lei di nuovo a ordinargli. *Raccoglili. *Tira su il mento, senza problemi a essere nudo davanti alla sympath. *Perché toglierti il tuo passatempo preferito?Ti piace chinarti davanti a me. *Lei si ficca le mani nelle tasche del vestito rosso sangue, e si avvicina come fluttuando sulle assi di legno. L'unico modo di muoversi dei sympath, è fluttuare e non pestare i piedi. Tutto puramente scenico e mentale.. Arriva di fronte a lui e solleva la mano veloce, schiaffeggiandolo. Un suono secco, prodotto dalle sei dita lunghe e ossute. A rigor di logica avrebbe dovuto gettare indietro la testa, nell'impatto, ma si rifiuta categoricamente. Non un millimetro. Non avrebbe avuto la soddisfazione con lui. Lei gli ordina di dirgli chi è la femmina che aveva visto nei suoi pensieri. Ehlena..Ma si stampa nel lobo frontale la spiaggia delle Bahamas. *Io non mi inchino ne davanti a te, ne a a nessun'altro, troia. Se vuoi il sacchetto dovrai toccarti la punta dei piedi con il naso. E non c'è nessuna femmina. *Lei solleva di nuovo la mano e parte un altro schiaffo. Maledetta puttana! E non contenta gli dice quello che è quasi ovvio, ma che mai avrebbe ammesso a nessuno. *Tu ti inchini davanti a me, ogni volta che vieni qui. Le scuse sono il pagamento col tuo sesso affamato. Tutto questo perché hai bisogno di questo e bisogno di me. *Muove mezzo passo andandole sotto a muso duro e parlandole roco. *Non sopravvalutarti Principessa. Tu per me sei solo un compito ingrato senza possibilità di scelta. *Assottiglia gli occhi e lei in risposta gli prende l'asta tra le mani, strizzandoglielo con forza. A quelle carezze prova disgusto, ma l'uccello stra fregandosene lacrima sull'attenti, gradendo. Il suo lato sympath, a differenza dal disgusto che provava per lei, adora quel duello di volontà. *Chiunque sia la femmina nei tuoi pensieri, non può competere con quello che abbiamo noi. *Per dare più enfasi alle parole, sfregando con l'indice l'uncino alla base del membro eretto. Lui in risposta le preme i pollici ai lati del collo, facendola ansimare. Dice una verità, che però non ha mai realizzato. *Potrei staccarti la testa dalla spina dorsale. *Lei ovviamente gli risponde che non lo farà mai, soprattutto perché dopo non farebbero quello che stanno facendo. *Non sottovalutare il fascino che potrei avere ad essere necrofilo. Poi avendo te come come vittima..*Le tira indietro lo chignon, dandole uno strattone. Lei gli bacia il collo, con il rossetto al peperoncino, e irritando subito la pelle. *Dopo che avrai raccolto..*Accosta la bocca al suo orecchio rispondendole. *No, non mi piegherò mai. *E le strappa la tunica sul davanti, mettendo in mostra il solito body intriso di veleno di scorpione, e mentre si fa strada tra le sue pieghe bagnate, gli penetra nella pelle. Magari può scoparsela con la veste.. Lei si smaterializza davanti alla finestra, in cui Trez può benissimo vederli, facendo sparire la tunica. Maledetta troia! Le gambe divaricate proprio in corrispondenza del sacchettino di velluto. Si accarezza le pieghe e mentre lo guarda gli dice. *Adesso mi renderai lode...Con la bocca. *Lui gli arriva di fronte e si inginocchia guardandola negli occhi. *E tu raccoglierai quel sacchetto.