Una passeggiata all'Extreme Park

Quella sera l'aria era frizzantina e adatta a mettere in circolazione il corpo, il cielo un fazzoletto viola scuro limpido con giusto qualche soffice nuvola qua e là che veniva sospinta da un leggero venticello; insomma una bella cartolina stampata con qualche frase di saluto dritta dritta da Caldwell.
*Appena si era alzata dal letto aveva deciso di volersi prendere un po' di tempo per se stessa perchè non aveva avuto molto respiro tra Wratth, il porto sicuro e le mille persone che abitavano in casa; anche se voleva bene a tutti ogni tanto faceva bene staccare la spina proprio come i fratelli si andavano ad ammazzare sui tapis roulant grondanti di sudore.
Era Ottobre e mentre si stringeva nel bel spolverino blu navy che le arrivava fino al ginocchio camminava lentamente guardando oltre la ringhiera illuminata dai lampioni uno scorcio che Caldie aveva da offrire, con tutte quelle luci e lo scorrere delle macchine veloci che non vedevano l'ora di tornare a casa da una giornata estenuante di lavoro. Ovviamente aveva dovuto un po' rendere malleabile il suo nallum per andare di sera allo Extreme Park, luogo dove di solito si vedevano ragazzetti intenti a fare Superman sullo skate come nei video di band pop punk che passavano a MTV oppure tizi poco raccomandabili con i soliti tatuaggi colossali sull'avambraccio che spacciavano roba a loro dire "molto raffinata", ma che era già tanto che ti faceva vedere la stragnocca della pubblicità di una certa birra prima di lasciarci le penne. Erano le 19 però, chi vuoi che ci sarebbe stato a quell'ora al parco? i solitari in corsetta "I love my body", le coppiette con in mano una vaschetta di patatine fritte che guardavano le stelle giurandosi vero amore, i soliti emarginati sociali e lei;* Cavolo, mi ricordo ancora quando stavo tutto il giorno a rincoglionirmi al computer cercando di tirare fuori un buon articolo giusto per sentirmi utile, anche se quel porco del capo cercava sempre di attaccare bottone e di pagare una miseria...* e poi? poi era arrivato lui e aveva iniziato a far girare la proverbiale ruota della fortuna trovando in un battibaleno un compagno e un fratello, sapendo finalmente chi era il suo vero padre. Darius, il fratello che dava sostegno morale a tutti era morto in un'esplosione, una bella bomba sotto la macchina e pum! benvenuto nel Fado e tanti cari saluti al pretesto di conoscere sua figlia; le era stato raccontato qualcosa anche da Fritz l'impeccabile e fedele doggen che lo conosceva come le sue tasche. Sospirò rendendosi conto che avrebbe voluto dirgli tante cose e passato almeno un giorno insieme...invece si ritrovava a guardarlo dalle fotografie incorniciate o a ricordarlo anche solo quando varcava il sontuoso e colorato ingresso della magione; Insomma sì, era felice per quanto poteva esserlo stare assieme a chi amavi e volevi bene ma quel vuoto non si sarebbe mai riempito del tutto, restava lì e nei momenti malinconici pareva avvolgerti nel profondo ficcandoti un macigno nello stomaco che passava ore dopo. Avrei voluto ringraziarti papà per tutto questo, per la tua idea di una casa accogliente che avvolgesse tutta la tua famiglia insegnando a volersi bene...sicuramente anche John la pensava così, d'altronde tutti e due prima del salto nel vuoto in vampirilandia erano soli al mondo, così poco avvezzi al prolungato contatto umano che sulle prime erano un po' diffidenti.*Si mise a ridere d'un colpo fermandosi sulla strada battuta ricordando la cena a lume di candela tra lei e il suo uomo finita ovviamente in litigata, era difficile non arrivarci data la sua testardaggine e la punta di saccenza ma alla fine aveva vinto lei e si era fatta rispettare iniziando ad inculcargli l'insegnamento di ascoltare e provare a mettersi nei panni altrui anche solo per un momento.*si avvicinò alla ringhiera e ci si appoggiò con le mani inspirando a pieni polmoni l'aria con il busto in avanti. Aveva fatto davvero bene ad andare lì ad estrarre fuori dal cilindro magico un po' di pensieri scomodi e sentirsi alleggerita di quel carico permettendosi così di andare avanti; sperava di fare un buon lavoro e di dare un'esempio degno di una regina perchè, cavolo lo era e anche quello a volte la faceva sentire un'attimo smarrita...d'altronde prima della transizione era solo una semplice umana e aveva ancora tanto da imparare sul proprio regno e la famiglia, nello specifico Wrath.
*Ad un certo punto il cellulare si mise a squillare e lei sempre sorridente sapeva già chi era senza leggere il display, lo pescò dalla tasca e premette il tasto verde* Ciao...oh sì davvero un bel panorama da qui, si sta così beeeneee....*si mise a ridacchiare morsicandosi il labbro inferiore* Ahahahah, non dirmelo...sei sempre il solito cacchio ma ti amo proprio per questo....di persona dici?*Si girò e iniziò a correre per la strada mentre gli alberi le scorrevano ai lati veloci e il vento le batteva in faccia*Non ci posso credere!* Si fermò di colpo all'entrata del parco e soorpresa!! Lui era lì, sorridente a guardarla in silenzio reverenziale* Non riesci proprio a resistere un'ora senza di me eh?*parlò sempre col cellulare attaccato all'orecchio destro mentre piegava di lato la testa. Ad un certo punto lui, dopo aver infilato alla meno peggio il telefono nella tasca destra, allargò le braccia e lei senza farsi pregare chiuse la chiamata e si buttò tra quelle sicure e possenti braccia che oltre ai suoi lunghi capelli l'avvolgevano tutta. Questa è casa.