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 Una strana alleanza

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MessaggioTitolo: Una strana alleanza   Una strana alleanza Icon_minitimeGio 24 Gen 2013 - 11:59

*Gli alleati sono il terzo raggio nella ruota della guerra. Risorse e reclute forniscono il motore tattico che consente di affrontare, impegnare e ridurre dimensioni e potenza del nemico. Gli alleati invece rappresentano un vantaggio strategico, persone dagli interessi in linea con i tuoi, anche se filosofie e obiettivi finali possono divergere. Erano in viaggio ormai da ore e Mr D iniziava a dare segni di stanchezza e disagio per non conoscere la meta di quel pellegrinaggio. Sfortunatamente per lui avevano ancora un bel po’ di miglia da percorrere. E di certo non poteva rivelargli con chi si dovevano incontrare. Questi alleati erano complicati, già il solo fatto di avvicinarli equivaleva a stuzzicare un vespaio con un bastone. Si, il potenziale per una grande alleanza c'era, ma se la lealtà e un buon attributo in un soldato, e decisiva in un alleato, e nel luogo in cui erano diretti la lealtà era un concetto sconosciuto come la paura. Cosi era più o meno fottuto su entrambi i fronti, ecco perché era di cattivo umore. Se l'incontro non andava bene o se subodorava qualcosa di poco chiaro, avrebbe desistito, e in tal caso non c'era bisogno che Mr D conoscesse tutti i dettagli del soggetto con cui avevano a che fare. L'altro motivo per cui aveva le labbra sigillate era che la controparte poteva anche non presentarsi. Nel qual caso, di nuovo, preferiva non lasciare traccia del piano che aveva concepito. Sul ciglio della strada un piccolo cartello verde con ima scritta bianca catarifrangente diceva: CONFINE USA 38.

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Ecco perchè la colonia dei symphath era lassù. L'obiettivo era allontanare il più possibile quegli stronzi psicotici dalla popolazione civile dei vampiri. Obiettivo centrato. Ancora più vicino al Canada e avresti dovuto mandarli affanculo e augurargli di andare a morire ammazzati in francese. aveva stabilito un contatto con i symphath grazie al vecchio schedario alfabetico del suo padre adottivo nonchè ex leahdyredel consiglio, sapeva come contattarli in caso di necessità, ovvero se un symphath nascosto in mezzo al resto della popolazione veniva scoperto e andava deportato. Naturalmente ogni forma di diplomazia tra le due specie era esclusa. Sarebbe stato come offrire a un serial killer non solo la propria gola, ma anche i coltelli con cui sgozzarla. L'e-mail che aveva mandato al re dei symphath era stata succinta e garbata; in essa si era identificato per quello che era veramente, non per quello che gli avevano fatto credere di essere: lui era capo della Lessening Society, figlio dell'Omega. E stava cercando un'alleanza contro i vampiri che avevano discriminato e ostracizzato i symphath. Il re dei symphath non voleva vendicare la mancanza di riguardo mostrata nei confronti della sua gente? La risposta che aveva ricevuto era cortese al punto che si era quasi precipitato a incontrarlo, poi però si era ricordato, dai tempi del suo addestramento, che i symphath trattavano tutto come una partita a scacchi Nella sua risposta il capo della colonia aveva detto che una discussione collegiale nell'interesse reciproco sarebbe stata la benvenuta e così lo aveva cortesemente invitato su al nord. Poichè le possibilità di spostamento del re in esilio erano, per definizione, limitate. I symphath volevano che lui andasse da loro? Bene, allora lui si sarebbe portato dietro uno dei suoi uomini. E dato che il lesser non poteva smaterializzarsi, si era reso necessario quel lungo viaggio in macchina. Un paio di minuti dopo, il GPS della Mercedes andò in tilt. Dovevano essere vicini alla colonia e infatti, ecco la strada che stavano cercando. O meglio un semplice viottolo sterrato in mezzo ai campi di grano. Sul terreno accidentato la berlina fece del suo meglio, assorbendo grazie agli ammortizzatori i crateri creati dalle pozzanghere, ma sarebbe stato più agevole viaggiare su un cavolo di fuoristrada. Alla fine, tuttavia, comparve in lontananza una fitta cerchia di alberi; la fattoria che costituiva il fulcro intorno al quale si affollavano era in ottime condizioni, di un bianco abbagliante con imposte e tetto verde scuro. Come in uno di quei biglietti natalizi degli umani, da due dei quattro comignoli usciva un filo di fumo mentre sulla veranda c'erano delle sedie a dondolo e dei sempreverdi ornamentali. Avvicinandosi passarono davanti a un cartello bianco e verde scuro, molto discreto, con scritto: ORDINE MONASTICO TAOI- STA, FONDATO NEL 1982. Scesero entrambi, Mr D. teneva in pugno la pistola, mentre lui non aveva bisogno di alcuna arma. Suo Padre gli aveva insegnato un paio di trucchetti davvero che avrebbero sorpreso anche quegli psicopatici. A ogni finestra pendevano delle tendine di pizzo. La stoffa era linda come appena candeggiata, ma faceva venire la pelle d'oca.. Ma poco dopo si accorse che non si trattava di pizzo, ma di ragnatele. Popolate da aracnidi bianchi. Non era proprio il tipo di arredamento che avrebbe scelto lui, ma mica doveva viverci, li dentro. Tutti e due ebbero un attimo di esitazione davanti al primo dei tre gradini della veranda. Alcune porte aperte non sono un segno di benvenuto, e questa era una di quelle... più che "salve come va?" sembrava dicesse "entrate così possiamo usare la vostra pelle per confezionare un bel mantello da supereroe per uno dei pazienti di Hannibal Lecter.". Chiunque abitasse in quella casa faceva proprio al caso suo. In fondo al salone principale comparve qualcuno. L'essere che videro avanzare verso di loro aveva tanta di quella roba in testa e sulle spalle da dare del filo da torcere a un set di Broadway. Il tessuto, di uno strano bianco scintillante, catturava la luce rifrangendola nel ricco panneggio, e tutto il suo peso era sorretto da un'alta cintura di broccato bianco. Molto impressionante. Se ti piaceva il genere monarca-sacerdote. Quando parlava le "s" erano strascicate in modo esagerato, fin quasi a diventare parole a se stanti, e l'accento suonava molto simile alla vibrazione ammonitrice della coda di un serpente a sonagli. A quel suono era stato pervaso da un fremito d'eccitazione che gli era arrivato fino all'uccello. Il potere, in fin dei conti, ti manda su di giri più dell'ecstasy, e la creatura ferma sulla soglia trasudava autorità da tutti i pori. Due mani lunghe ed eleganti si alzarono verso il cappuccio bianco, tirandolo indietro. Il volto dai lineamenti delicati e aristocratici del capo consacrato dei symphath era liscio come la sua veste spettacolare. Il patrimonio genetico che aveva generato quello stupendo killer effeminato era raffinato al punto che i sessi quasi si riducevano a uno solo, le caratteristiche maschili e femminili si mescolavano, con una prevalenza di quello femminile. Il sorriso, pero, era di ghiaccio. E gli scintillanti occhi rossi tradivano un'astuzia che rasentava la malvagità quando li invitò ad entrare. La bella voce del serpente fondeva insieme tutte le parole e lui si era ritrovato ammaliato da quel suono. Entrambi lo seguirono, anche se Mr D sembrava riluttante a farlo. Salendo i gradini, si accorse che le sue scarpe non producevano alcun rumore lo stesso accadde sulle lastre della veranda, quando si avvicinarono alla porta. Il symphath sorrise, dicendo che loro amavano il silenzio. Quel sorriso rivelava una chiostra di denti regolari, il che fu una sorpresa. Evidentemente le zanne di quelle creature, un tempo strettamente imparentate con i vampiri, con l'evoluzione della specie erano sparite. Se ancora si nutrivano di sangue, non dovevano farlo molto spesso, a meno che non avessero confidenza con i coltelli. Una volta preso posto nel salotto I ragni, silenziosi, scesero ciascuno al centro della propria ragnatela, quasi fossero preparati a fungere da testimoni.*

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Tu e io abbiamo una causa comune *dice con voce ferma.*
Cosi sembri credere. *risponde affabilmente il Re*
Credevo che quelli come te trovassero allettante la vendetta. *un live sorriso gli era apparso sul volto mentre scrutava la reazione del suo interlocutore. Il re sorrise e lui sentì di nuovo nel pene quello strano fremito.* Sei male informato. La vendetta e solo una rozza difesa emotiva in risposta a un affronto.
Mi stai dicendo che non lo ritenete alla vostra altezza? *Ora si era appoggiato allo schienale e aveva cominciato a dondolare avanti e indietro sulla sedia.* Hmmm... forse allora vi ho giudicato male.
Siamo più sofisticati di così, si.
O forse siete solo un branco di checche vestite da donna.
*Il sorriso del symphath scompare improvvisamente* Siamo di gran lunga superiori a coloro che hanno creduto di imprigionarci. In verità, noi preferiamo stare tra noi. Siamo stati noi a concepire questo esito, cosa credi? Sciocco. I vampiri sono la base grossolana da cui ci siamo evoluti, scimpanzè a confronto della nostra superiore facoltà di raziocinio. Ti piacerebbe restare tra gli animali quando invece puoi vivere in modo civile con la tua gente? Certo che no. I simili si piacciono, i simili si cercano. Le menti comuni e quelle superiori si accompagnano solo con chi condivide la loro stessa condizione. * Le labbra del re si curvano in un sorriso.* Sai bene che è vero. Neanche tu sei rimasto al punto di partenza, o sbaglio?
No, hai ragione. *scopre per un attimo le zanne; il male che aveva dentro, proprio come quello dei divoratori di peccati, non si era integrato tra i vampiri. * Adesso occupo il posto che mi spetta.
Dunque vedi, se non avessimo aspirato al risultato finale che abbiamo ottenuto in questa colonia, forse non avremmo cercato vendetta, ma intrapreso un'azione correttiva tale da conciliare il nostro destino coi nostri
interessi.
*Ferma di colpo il dondolio della sedia* Se non ti interessava un'alleanza potevi dirmelo con una cazzo di e-mail. *Negli occhi del re si accende una strana luce, una luce che era andata direttamente ad eccitarlo ancora di più, ma al tempo stesso lo disgustava. Lui non aveva nessuna simpatia per gli omosessuali, e tuttavia... be', che cavolo, suo padre aveva un debole per i maschi; forse anche lui aveva ereditato in parte quella propensione.* Se ti avessi mandato una e-mail non avrei avuto il piacere di conoscerti. *Quegli occhi rosso rubino scivolarono lungo il suo corpo* E sarebbe stato un peccato per i miei sensi. * la sedia del re comincia a dondolare avanti e indietro in silenzio.* C'e una cosa che potresti fare per me, tuttavia... una cosa che a sua volta mi obbligherebbe a darti ciò che cerchi, ovvero localizzare i vampiri, se non erro. Questo e da sempre l'obiettivo della Lessening Society: trovare i vampiri nelle loro case nascoste. *Il bastardo aveva colpito nel segno. Con i raid dell'estate era andato a colpo sicuro perchè era stato di persona nelle tenute dei suoi bersagli, avendo partecipato alle feste di compleanno dei suoi amici, ai matrimoni dei cugini e ai balli della glymera tenutisi proprio in quelle ville. Adesso, però, ciò che restava della elite dei vampiri era disseminato in case sicure fuori città o addirittura fuori dallo Stato, e lui non ne conosceva gli indirizzi. Nel caso dei civili, poi, non sapeva neanche da che parte cominciare, perchè non aveva mai socializzato col proletariato. I symphath, invece, erano in grado di avvertire la presenza degli altri, sia umani che vampiri, riuscivano a vederli anche attraverso solide mura o attraverso le fondamenta dei seminterrati. Se voleva fare progressi, aveva bisogno di quella capacità di penetrazione; era l'unica cosa che gli mancava tra tutti gli strumenti fornitigli da suo padre.
Punta di nuovo l'anfibio sul pavimento e ricomincia a dondolare allo stesso ritmo del re.*
E di preciso cosa vorresti da me? * chiede in tono strascicato. Il re sorride maligno* La coppia e la cellula fondamentale della nostra società, giusto? L'unione di un maschio con una femmina. E tuttavia, all'interno di questi rapporti intimi, la discordia e diffusa. Si fanno promesse che poi non si mantengono, si prendono impegni che poi non vengono rispettati. Contro tali trasgressioni occorre adottare dei provvedimenti.
Suona tanto come un desiderio di vendetta, amico.
*Su quel volto liscio si dipinse un'espressione compiaciuta.* Non vendetta, no. Un'azione correttiva. Che qualcuno debba morire... e semplicemente ciò che le circostanze richiedono.
Qualcuno dovrà morire, eh? E così i symphath non credono nel divorzio? *Negli occhi rosso rubino del re si accese un lampo di disprezzo.* Nel caso di un compagno infedele che fuori dal letto compie, azioni contrarie al fulcro della relazione, la morte e il solo divorzio possibile.
*Annuisce compiaciuto* Capisco la logica. Chi e il bersaglio, allora?
Ti impegni ad agire?
Non ancora. * Non gli era ancora del tutto chiaro fin dove gli conveniva spingersi. Sporcarsi le mani all'interno della colonia non faceva parte del suo piano originale. Il re smette di dondolarsi e si alza in piedi.* Pensaci, allora, e prendi una decisione. Quando sarai pronto a ricevere da noi ciò che ti serve per la tua guerra, torna da me e io ti mostrerò come procedere.
*Segue i movimento del re e si alza a sua volta. * Perchè non uccidi tu stesso la tua compagna?
*Il lento sorriso del re assomigliava a quello di un cadavere, rigido e gelido.* Mio carissimo amico l'affronto che più mi ferisce, non e tanto l'infedeltà, che mi aspettavo, quanto l'arrogante presunzione che non avrei mai scoperto l'inganno prima e una inezia. La seconda e imperdonabile. Ora... vi accompagno alla macchina?
No, non c'e bisogno.
Come preferisci. * Il re tende la mano a sei dita.* E stato un vero piacere...
*Allunga la sua e appena i due palmi entrarono in contatto sente una scossa elettrica lungo il braccio.* Si. Okay. Ti farò sapere.

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