Inevitabile

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*Sulla poltrona, dietro la scrivania, col telefono in mano, aspetta l'inevitabile.. Ormai i piani, le congiure, i discorsi, non servono più a nulla. Ha predisposto tutto, tranne che i sentimenti che ora lo divorano. Soprattutto i sentimenti per coloro a cui tiene. Le lettere importanti le ha lasciate all'Ombra, o meglio, ha fatto in modo che l'Ombra firmasse le 'lettere' importanti, lasciandole in modo che chi le avrebbe trovate le consegnasse ai destinatari, perché a breve, si sarebbe scatenato un bel polverone. Di certo Trez sarebbe stato all'altezza del compito, ma lo ha visto troppe volte annientato, e in fin di vita, per colpa della Principessa, che di certo si sarebbe buttato a capofitto nella pianificazione della vendetta. Troppe volte gli ha teso la mano per farsi carico di ucciderla, in nome della loro fratellanza. Fratellanza fondata su una vita di traversìe vissute insieme. No.. Trez non avrebbe capito la sua scelta. iAm è tutta un'altra storia, fatto di tutt'altra pasta. Ha scelto lui per il compito, seppur ingrato. Non ha battuto ciglio, non gli ha detto con quella sua voce bassa da baritono, fatta per ammaliare, che ha scelto di andare a morire. No.. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, per Trez, per Xhex, per tutti loro. Perché sono una famiglia. Xhex, nonostante la sua corazza, lo avrebbe seguito al patibolo. Quindi lasciandola all'oscuro, sarebbe stata alla larga dalla colonia. Ci avrebbe pensato iAm a farle rispettare la promessa solenne della sera prima, con cui aveva giurato di prendersi cura di qualcuno: la lettera che aveva scritto nell'Antico Idioma, e per cui aveva chiamato a testimone iAm, era la richiesta che Xhex si prendesse cura di se stessa. Le aveva teso un tranello, sì. Doveva aver pensato che le avrebbe chiesto di uccidere la principessa, o magari di vegliare su Ehlena. Ma lui era un symphath, no? E Xhex aveva commesso l'errore di dargli la sua parola senza sapere che tipo di impegno si stava assumendo. E poi Bella.. Bella sarebbe stata bene. Aveva Zsadist e Nalla, i fratelli e le loro shellan. Sarebbe stato tremendo, per lei, ma alla fine si sarebbe ripresa, e comunque era sempre meglio questo che scoprire una verità che l'avrebbe distrutta: non doveva mai venire a sapere che sua madre era stata violentata e che suo fratello era un symphath, un divoratore di peccati. E poi l'ultimo pensiero, che di ultimo non ha nulla.. Ehlena. Il solo nome suscita un esplosione a catena dentro di lui.. Stringe il bracciolo, come farebbe un naufrago con uno scoglio. La pelle scricchiola tra le sue dita.. Gli occhi dell'unica femmina che è riuscita a fargli breccia dentro, ce li ha stampati nella memoria. Allungati, femminili, grandi, incorniciati da lunghissime ciglia, e il colore.. Lo stesso colore dell'oro, o del sole in autunno. Trasmettono calore, amore.. L'ultimo sguardo che gli ha regalato è stato più di accusa e rimpianto e ora che non può rivederla è anche peggio.. Il cuore rintocca come una campana ad un funerale, e ogni rintocco fa male come una pugnalata. Basta rimpianti Rehvenge. Fine della storia. Guarda l'orologio e si alza da quella poltrona, su cui si è seduto per anni, da Rehvenge, da reverendo, da Rehv, per Xhex e le Ombre, per Phury, per Ehlena.. Il tempo dei compromessi è finito, è ora di saldare il conto Rehv. Esce dallo Zero per potersi smaterializzare al nord. Alla colonia. *

Principessa. *Davanti a se quella lurida vacca. Scherma i pensieri, rimanendo comunque coi piedi piantati a terra. L'unica differenza da prima? Che nonostante si fosse sparato in vena, una quantità di dopamina che avrebbe steso un cavallo, il suo corpo ormai si stava risvegliando dal torpore. *Cos'è, non ti fidi? *Lei risponde melliflua. *Voglio vederti mentre lasci tutto. *Detto ciò una detonazione a catena, gli distorce la visuale. La terra trema sotto ai suoi piedi, come anche gli edifici attorno. Maledetta puttana. Il suo locale. La sua copertura, la sua casa, costruita evidentemente sui castelli di carta. *Ora non ho più nulla da perdere. *Dette le ultime parole, in quella città che gli ha regalato finalmente la possibilità di redimersi, guarda la colonna di fumo nero, alzarsi da dove sorgeva lo ZeroSum. La promessa a Madalina Rehvenge. Tutto ha un prezzo, anche i sogni. Si volta e si smaterializza completamente trasformato in quello da cui è sempre scappato. Un Sympath. La terra della colonia, sotto i piedi è pressoché arida e senza vita. La vita qui è solo una parola. Probabilmente perso in quei pensieri, non vede subito la figura emaciata della Principessa accompagnata da un'altra.. Uno sparo lo strappa da tutto ciò e come per farsi altre beffe, la figura accanto alla sympath ha un nome. Uno di cui si era anche celebrato un funerale, cazzo. Lash. E per giunta stavano combattendo per avere la meglio sulla pistola. Che mi venga un colpo! Il proiettile era stato deviato dalla lurida puttana! Nonostante avesse schivato un proiettile, comunque il suo destino è segnato, morire quella sera, la mattina dopo o cent'anni dopo, essere ammazzato dalla principessa o da Lash fa ben poca differenza; il risultato finale è già deciso, il suo destino segnato, i particolari non hanno importanza. In fin dei conti era un innamorato senza la sua compagna e dunque, per utilizzare la classica metafora del viaggio, ormai aveva fatto le valigie, liberato la stanza del suo motel terreno ed era già sull'ascensore in discesa verso la hall dell'inferno. Umore nero e tetro? Macché.. Il sapore amaro della sconfitta. *

*La lotta interiore, come se non bastasse, viene fomentata dai suoi due lati. La metà vampirica è affranta per la perdita, e condita con incazzatura per non avere possibilità di scelta.L'altra metà del suo essere invece, gli grida: ehi, sveglia! Le grandi tragedie sono sempre uno stimolo per il suo lato malvagio, dunque non si c'è da sorprendersi quando il symphath in lui ricaccia indietro gli ultimi residui della dopamina che si era sparato in vena. In un lampo la vista perde lo spettro cromatico completo e come per magia, diventa piatta, la tunica della principessa si accende di rosso, i diamanti al suo collo sembra sanguinino, trasformandosi in rubini. Evidentemente lei vestiva di bianco ma, avendola sempre vista con occhi da divoratore di peccati, aveva dato per scontato che si vestisse del colore del sangue. Già, be', e allora? Come se gliene fregasse qualcosa del suo guardaroba. L'odio.. l'odio gli infiamma le vene come pece sui bastioni di un castello medievale. Si getta nella mischia, non appena riacquista il pieno controllo sugli arti. Balza sulla veranda andando alle spalle della Principessa, la agguanta per la vita e la solleva. Non ha nessun interesse a schierarsi con Lash ma ha un disperato bisogno di fottere la Principessa, e non nel senso buono. Dopo la transizione, quello stronzetto si è trasformato in un colosso. Ma non è l'unico cambiamento. Puzza di malvagità lontano un miglio, la stessa che anima i lesser. Evidentemente c'è lo zampino dell'Omega. Si fa scudo con la sympath, bloccandole la testa con l'avambraccio, e una presa ferrea. *Sei fantastica come scudo umano, troia. *Le bisbiglia all'orecchio e riparandosi da Lash che ora gli punta una pistola. *

*Con la logica impeccabile del senno di poi, le cose cominciano a
quadrare. I genitori di Lash erano stati i primi a essere trucidati, quell'estate, durante i raid dei lesser. Mano a mano che, una dopo l'altra, le famiglie venivano trovate morte nelle loro case teoricamente segrete e protette, la domanda che tutti - il consiglio, la confraternita e ogni civile - si erano posti era come aveva fatto la Società a scoprire tutti quegli indirizzi in un colpo solo.
Semplice: Lash, trasformato dall'Omega, aveva guidato l'attacco.
Aumenta ancora un po' la stretta sul torace della sympath. *E così stai cercando di infilarti nei miei traffici, eh? Sei stato tu a far fuori tutti quegli spacciatori.*
*Sto solo risalendo la catena alimentare, per così dire. E con te? sottoterra arriverò al vertice, almeno a Caldwell. Quindi lasciala andare, così ti faccio un buco in testa e tutti quanti possiamo passare ad altro. *D'un tratto un'ondata di paura investe la veranda, sommergendoli tutti. Sette symphath in lunghe vesti rosso rubino stavano risalendo il prato coperto di neve in formazione a freccia. Al centro del gruppo, con in testa un copricapo di rubini e spuntoni neri, un individuo alto e curvo su se stesso avanzava con l'aiuto di un bastone. Suo Zio. Il re. Sembra molto invecchiato, ma nonostante il fisico indebolito dagli anni, l'animo restava saldo e malvagio come un tempo. Si ritrova a rabbrividire, mentre la femmina stretta nella sua presa ferrea smette di divincolarsi, e Lash addirittura indietreggia.
Le sette guardie del corpo si fermano ai piedi della veranda, le tuniche agitate dalla brezza gelida. Il re parla con voce flebile e chioccia, strascicando le "s". *Benvenuto a casa, nipote carissimo. E salute a te, visitatore. *
*Lui lo fissava. Non lo vedeva da... Dio, tanto, tantissimo tempo. Dal
funerale di suo padre. Evidentemente il tempo non era stato clemente col re, curvo sotto il peso degli anni; sorride al pensiero della principessa costretta a portarsi a letto quel corpo avvizzito e cascante. * 'Sera, zio. Lui è Lash, a proposito. Nel caso non lo sapessi.

*Il re parla nella quiete, creatasi dal momento. Si rivolge direttamente alla sympath. *Mia cara ragazza, credevi che fossi ignaro delle tue visite regolari a Rehvenge? E credevi che fossi all'oscurò della tua ultima macchinazione? Ero troppo legato a te, temo, e dunque ho chiuso un occhio sulla tresca con tuo fratello...*
*Fratellastro * Precisa asciutto. *
*... tuttavia non posso tollerare questo alto tradimento col lesser. In verità, confesso di essere rimasto impressionato dalla tua intraprendenza, avendo io annullato le disposizioni con cui rinunciavo al trono in tuo favore. Ma non mi lascerò più sviare dall'adorazione che provavo per te. Mi hai sottovalutato, e per tale irriverenza ti infliggerò un castigo adeguato alle tue mire e alle tue ambizioni. *Il re annuì, e istintivamente lui si volta di scatto. Troppo tardi. Alle sue
spalle un symphath con la spada in pugno aveva già il braccio a mezz'aria... la lama non cala per prima, ma è solo un vantaggio marginale poiché l'elsa lo colpisce proprio in cima alla testa. L'impatto fu la seconda esplosione di quella notte e, a differenza della prima, questa volta, non rimane in piedi dopo che luci e rumori si spensero. *