*Dormiva sempre nudo. Per lo meno da dopo la transizione. Si risparmiava sul bucato. Con un gemito si infilò una mano tra le gambe e strinse l'erezione dura come il marmo. Lo aveva svegliato
come al solito, una sveglia affidabile e svettante verso il
cielo come lo stramaledetto Big Ben. Era anche dotata di uno di quei pulsanti con cui si può mettere in pausa la suoneria. Se lui la coccolava un po', dopo poteva riposare un'altra ventina di minuti prima che si mettesse di nuovo sull'attenti. In genere questo succedeva tre volte prima che alzasse dal letto, e un'altra volta sotto la doccia. E pensare che un tempo non vedeva l'ora di vivere
tutto questo. Concentrarsi su pensieri sgradevoli non serviva e,
anche se aveva il sospetto che farsi le seghe aumentasse l'impulso sessuale, ignorare il suo uccello era impensabile: quando un paio di mesi prima aveva fatto un tentativo in tal senso, nel giro di dodici ore era pronto a scoparsi anche un albero, tanto era arrapato. Rotolandosi sulla schiena, spostò una gamba di lato,
spinse via le coperte e cominciò ad accarezzarsi. Quella era la sua posizione preferita, ma se poi veniva di brutto si raggomitolava sul fianco destro nel bel mezzo dell'orgasmo. Avere un'erezione era il suo sogno, prima della transizione, perché pensava che diventare duro l'avrebbe reso uomo. In realtà non era andata così. Certo, col suo fisico enorme, le innate doti di guerriero e il suo perenne stato di eccitazione, dal di fuori sembrava tenere alta la, bandiera del vero macho. Dentro, però, si sentiva ancora piccolo come non mai. Inarcò la schiena pompando nel palmo con l'inguine. Dio... che bello, però. Ogni volta era bellissimo... finché era la sua mano a fare tutto quanto. L'unica volta che una femmina lo aveva toccato, l'erezione si era sgonfiata più in fretta del suo ego. Perciò, a pensarci bene, il suo anti-Viagra ce l'aveva già: un'altra persona.
Ma non era il momento di rivangare quella brutta esperienza. Il suo uccello era quasi pronto a eiaculare; lo capiva dall'intorpidimento. Appena prima di venire il suo coso perdeva sensibilità, ed era proprio ciò che stava accadendo adesso, mentre muoveva la mano su e giù lungo la verga umidiccia. Oh, sì... ecco... ci siamo... La tensione nei testicoli aumentava a più non posso, i fianchi si dimenavano in modo incontrollabile, le labbra si schiudevano permettendogli di ansimare con più facilità. .. e, come se non bastasse, il cervello voleva dire la sua. No... cazzo... no, non lei di nuovo, ti prego, non... Merda, troppo tardi. Proprio sul più bello la sua mente si aggrappò all'unica cosa che, garantito, lo avrebbe fatto godere come un riccio: una femmina tutta vestita di pelle con un taglio di capelli maschile e le spalle muscolose come quelle di un pugile professionista. Xhex. Con un ansito soffocato, rotolò sul fianco e cominciò a venire. L'orgasmo andò avanti all'infinito mentre lui fantasticava di loro due che facevano sesso in
uno dei bagni del club dove lei lavorava come responsabile della sicurezza. Finché quelle immagini si rincorrevano nel suo cervello il suo corpo non la smetteva di eiaculare. Poteva andare avanti per dieci minuti buoni fino ad annegare in quello che gli usciva all'uccello, fino a inzuppare tutte le lenzuola. Tentò di imbrigliare i pensieri, di controllarsi... ma non ci riuscì. Continuò a venire, la mano che accarezzava l'inguine, il cuore che batteva all'impazzata, il respiro strozzato in gola mentre si immaginava insieme a lei. Meno male che era muto dalla nascita altrimenti tutti, in casa, avrebbero saputo cosa stava combinando senza riuscire a fermarsi.
L'impeto si placò solo dopo che a forza tolse la mano dall'uccello. Mentre il corpo rallentava la sua corsa, giacque stremato, privo di forze, respirando contro il cuscino, col sudore - e non solo - che si asciugava sulla pelle. Bel modo di svegliarsi. Bel modo di fare ginnastica. Bel modo di ammazzare il tempo. Bello, sì, ma in definitiva inutile.*