Il nutrimento di Tohrment (Tohr - Selena)

*Barcolla nel tentativo di camminare. Assomiglia ad un ubriaco dopo aver preso una sbronza colossale, peccato non abbia bevuto un goccio di alcol. Continua a controllare le lancette dell'orologio, frenetico, cose se il tempo avesse acellerato il suo scorrere. Aveva bisogno di più tempo, ma anche se lo avrebbe avuto non sarebbe servito ad un accidenti. Il punto è che non sa proprio come affrontare quanto sta per succedergli, come sa anche che tormentarsi non avrebbe agevolato le cose, sperava solo che nessuno assistesse alla scena in caso di un suo crollo. Come volevasi dimostrare il pennuto sembrava avergli letto nel pensiero, e quando gli comunicha che resta, può solo imprecare mentalmente. Si volta per guardarlo ma in quello stsso istante bussano alla porta. Troppo piano per essere un fratello. Era arrivata, l'appello al primale aveva avuto successo.
Non si muove e non dice nulla, trema solo leggermente, è Lassiter ad afferrarlo per la spalla e farlo sedere sulla sedia. Era più gentile del solito, niente spacconate o battute, solo tenta gentilezza.*
Non so cosa fare.
*E' quanto gli esce dalle labbra e l'angelo lo rassicura di nuovo con le solite stronzate. Possibile che nessuno capiva che non voleva sopravvivere? Il corpo fa da solo, la biologia di quà, l'istinto di là e bla bla bla. Rinuncia ad inveire contro Lassiter ed evita di guardare l'Eletta, nonostante fosse impossibile ignorarla visto l'odore floreale e delicato che gli giunge alle narici.
Quello di Wellsie era più forte, un misto di rosa, gelsomino e spezie che sembrava riflettere anche il suo carattere deciso. Quanto gli mancava la fragranza della sua Wellsie.*

Okay, tranquillo. *Dice andando vicino a Tohr* Siediti qui sulla sedia. Meglio non farlo vicino a un letto. *Tohr fa una faccia disgustata, quasi sul punto di vomitare. Sorride liquidando la cosa con un cenno della mano.* Dai, è un imperativo biologico, mica una libera scelta quindi non c’ è motivo di sentirsi in colpa. Non pensarci più di tanto, dimentica mente e cuore e lascia fare all'istinto. Tu non hai nessuna colpa. L'istinto penserà a tutto. Non c'è altro modo per sopravvivere, anche se so che non ne hai nessuna intenzione, ma sono stato mandato qui per questo, quindi non posso lasciar perdere. A meno che tutto questo tuo senso di autodistruzione non sia il tuo nuovo hobby. *Appena termina la frase sente il profumo delicato dell'Eletta, sorride e le fa un cenno con il capo per farla avvicinare, mentre lui fa un passo indietro, restando alle spalle di Tohr e a portata d'azione nell'eventualità che succedesse qualcosa di inaspettato*

*Una volta entrata nella stanza fa un inchino profondo verso il Guerriero.* Mio Signore... *dice con un sussurro* Sono l'Eletta Selena e mi hanno mandata qui per servirvi. *Solo dopo che le hanno dato il permesso di avvicinarsi riesce a vedere il Guerriero Tohrment. Era terribilmente mal nutrito, nervoso e nasconde il volto dietro le mani ossute. Lui inizia a scuotere il capo.* Se preferite Mio Signore, posso tornare un'altra volta se è questo che desiderate. poi tornerò di nuovo, se ancora non sarà il momento giusto. E tornerò ancora, e ancora, finché non sarete pronto. Vi prego... Mio Signore, credetemi, il mio unico desiderio è essere d'aiuto, non farvi soffrire. *Resta ferma in attesa di una parole da parte del Guerriero, le braccia rilassate ai lati dei fianchi. Nulla in lei da un senso di tensione o nervosismo*

*Vede il candore della tunica attraverso le dita. Wellsie non era un'appassionata di vestiti, l'unico che che amava era quello usato per le loro nozze, rosso e nero. In quel momento un'immagine chiara fa capolino nella sua mente, occupandola tutta. La Vergine Scriba aveva afferrato le sue mani e quelle della sua sposa dichiarando che erano una splendida coppia, ed in quel momento era stato pervaso da un calore sconosciuto. E quando l'aveva guardata neglio occhi...Dio! Avevano un'intera vita davanti a loro, da vivere isieme, ed invece aveva dovuto affrontare una perdita terribile. Solo. Anzi, solo ed in procinto di far entrare nel suo organismo il sangue di un'altra.*
Succede tutto troppo in fretta *farfuglia basso* Non ci riesco... non posso... mi serve più tempo. *Se Lassiter avesse detto qualcosa, lo avrebbe fatto pentire di non avere i denti diamantati, ma ascolta anche le le parole dell'eletta- Si acciglia. Lei era proprio gentile e non c'era malizia nella sua voce.*
Di che colore hai i capelli? E dimmi anche di colore hai gli occhi.

*Sorride alla domanda del Guerriero e fa un lieve inchino prima di rispondere* Mio Signore... I miei capelli sono castani e li porto al modo delle Elette, in uno chignon, anche se mi sono permessa di racchiuderli in un turbante. I miei occhi invece sono azzurri. Spero che tutto questo di me non sia di turbamento per Voi. *dice umilmente. Al termine attende di essere congedata o che uno dei due Guerrieri le dica cosa fare.*

*Pensa agli occhi gialli quasi ambrati di Wellsie e ai suoi stupendi capelli rossi. La mancanza di caratteristiche fisiche similari poteva forse aiutarlo. Deglutisce e senza guardarla le parla con tono basso* Spostati, per favore, in modo che non possa guardarti, mettimi alle mie spalle...per favore. *sospira quasi con fatica. Appena sente un fruscio di stoffa e il profumo arrivargli da dietro le spalle, abbassa le mani e apre gli occhi. vede solamente le gambe di lassiter fasciate nei jeans*

Come volete Mio Signore. *dice mentre si sposta con movimenti leggiadri dietro il Guerriero. Sente la tensione alleggerirsi, sebbene lui mantenesse ancora una postura rigida. Solleva lo sguardo verso il compagno del Guerriero che con un gesto le indica di procedere. Prende un lungo respiro poi solleva la manica della tunica bianca lasciando scoperta la pelle candida.* Mio Signore... quando vi sentite pronto io sono qui. *così dicendo allunga appena il braccio, giusto lo stretto necessario per fargli sentire il profumo della vitae potente che era pronta a donargli. Tuttavia con quel gesto evita con estrema attenzione di non sfiorarlo. Poi attende che sia lui a sporgersi verso di lei, rispettando i tempi di cui necessita.*

*Davanti agli occhi compare un sottile braccio avvolto in un candido tessuto. La manica viene sollevata lentamente e vede così il polso minuto, chiaro e delicato. Le vene sottopelle sono azzurrine. Sente le zanne premere nelle gengive e i canini calare con forza , un ringhio gli esce dalle labbra. L'angelo aveva ragione. In quell'attimo la mente si vuota e l'istinto prende il sopravvento, dolorosamente affamato del sangue di cui l'aveva privato per così tanto tempo. Agguanta il braccio dell'Eletta e le affonda le zanne nel polso, fino all'osso.
In lontananza sente un grido e vaghi rumori, ma ormai stava succhiando. Succhiava come un poppante; i sorsi erano veloci e brevi, deglutiva in fretta e riempiva lo stomaco. Non sente il sapore troppo preso dalla furia di fare il pieno.*

*Sente il Guerriero titubare, ma anche l'impellente bisogno del suo corpo di nutrimento. Decide di restare ferma in attesa. Poi tutto succede velocemente, la mano ossuta ma ferma le agguanta il polso e poi sente i canini lacerarle la pelle. Non vi è cura o attenzione. Solo una grande fame e la fretta di svolgere quel bisogno al più presto. Sussulta, ma il Guerriero sembra non accorgersi di nulla. Resta ferma immobile mentre lui sugge avidamente il sangue potente che scorre nelle sue vene. Il sacro compito che le è stato assegnato è più importante del dolore, per cui attende pazientemente che il Guerriero finisca di nutrirsi adeguatamente.*

*Si sente spostare con forza, quasi come se volessero trascinarlo via da quella fonte di vita e con tutta la forza che ha in corpo si avventa di nuovo su quel polso. Subito dopo sente qualcosa di forte in testa, un colpo, qualcosa di talmente forte che iniziano a fischiargli le orecchie e la vista ad appannarsi.*

*È rimasto tutto il tempo di fianco alla sedia di Tohr pronto atervenire se dovesse succedere qualcosa. Per lunghi minuti lo osserva studiando i movimenti e le sue reazioni. Lentamente si rilassa. Ma il suo momento di distrazione rischia di essere fatale. Il corpo di Tohr sta richiedendo più nutrimento del necessario. Ci manca solo che dissangui l'Eletta e poi lui stesso ne avrebbe pagato le conseguenze con il suo culo davanti alla Vergine. Afferra il guerriero e lo scaraventa dalla parte opposta della stanza. Lei si tiene il polso stupita di quell'interruzione. Tohr però sembra accecato dalla fame e a zanne snudate tenta di avventarsi di nuovo sulla femmina. Con un colpo secco e veloce gli da un colpo in testa facendogli perdere conoscenza.* Da quando prima non volevi nutrirti a quando ora vuoi pure troppo... Ma che cazzo non hai una via di mezzo? *Si rivolge all'eletta* Il mio amico stronzo qui ti ringrazia per quello che gli hai donato ma al momento credo che debba riposare. Magari puoi tornare un'altra volta quando sarà più vigile e pieno di sensi di colpa. È stato onorato del tuo dono. *e dicendo ciò congeda l'eletta che esce con un inchino un po malfermo*