L'Appuntamento ( Ehlena - Rehvenge )

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]


* Ricontrolla per l'ennesima volta l'ora sull'orologio da polso. La giornata le era sembrata interminabile, anche se fortunatamente era riuscita in qualche modo a tenere la mente impegnata e non costantemente sul pensiero della sera che stava per arrivare e soprattutto su chi dovesse incontrare!
Al calare della sera, dopo un lungo bagno, si ritrova a infilarsi la divisa da infermiera nonostante non dovesse andare a lavorare, ma uno lo faceva per non destabilizzare suo padre e due le dava la sensazione che potesse aiutarla a rimanere a distanza! Ancora non si rendeva conto che quella sera aveva un appuntamento con Lui! Dopo aver ricontrollato il padre si smaterializza di fronte al Commodore e rimane senza fiato, cavolo e lei aveva rubato delle pillole per una persona che economicamente stava super bene!! Prendendo un respiro si materializza sopra la terrazza e rimane u istante senza fiato alla vista di ciò che vedeva all'interno, si stava domandando se a lui piacesse ciò che i suoi occhi vedevano, poi con sua sorpresa e gran imbarazzo capisce di aver sbagliato lato! Velocemente raggiunge la balconata giusta dicendosi che se pure Rehvenge avesse avuto gli stessi gusti sarebbe scappata a gambe levate, ma l'interno dell'appartamento la rassicura e la vista di lui uscire da un'altra stanza le fa sorgere un sorriso, ad un suo gesto le vetrate si aprono e ne fuoriesce un fragrante aroma.
Era ...Roast Beef?*

*Ok..Arriva. Sta arrivando. Perché dovrebbe non venire? Stava camminando davanti alle vetrate quando la vede smaterializzarsi. Leggermente arrossita anche! Agile le si avvicina, dando un comando mentale e facendo aprire le vetrate. Bastone alla mano e per una volta senza pelliccia. All'attico non lo indossa praticamente mai. Solo quando la dopamina finisce il suo effetto miracoloso. *Benvenuta. Ti avrei aspettata fuori ma io e il freddo non andiamo d'accordo. *Si ferma sulla soglia e le tende la mano, aspettando che posi la sua piccola mano sulla sua. Ma la vede lontana, pensierosa addirittura. * Ehlena?

* Si morde leggermente il labbro inferiore, mentre le mani vanno a chiudersi sulla povera borsetta di pelle che aveva visto giorni migliori!! Con occhi quasi affamati lo osserva avvicinarsi, agile e sicuro di se nonostante l'uso del bastone, per un attimo si chiede del perchè lo usi pure dentro le mura di casa. Quella sera indossava un dolce vita nero che fasciava quel fisico mozzafiato e tutto l'insieme lo faceva apparire degno di un modello da copertina, se non meglio, affascinante, seducente e purtroppo irraggiungibile! Fissa la sua mano allungata e in quel momento realizza che loro due non avevano niente in comune e si chiede quali illusioni si fosse mai fatta con solo una chiamata o quando si erano visti in clinica! Perchè lei tendeva sempre a farsi dei sogni che il più delle volte erano delle vere utopie! Sentendo per il suo nome si riscuote* Scusi * con timore appoggia la sua mano sulla sua, dato che sarebbe stato non proprio gentile rifiutare, e lo segue all'interno dell'attico, ma dentro di se lo aveva già lasciato! Un sospiro appena accennato le scappa!*

*I loro palmi si toccano e subito si sente defraudato, derubato,
rapinato, distrutto. Peccato che entrando e prolungando quel contatto, non sente nulla. Non ha sensibilità. Avrebbe ucciso per poter sentire il calore di Ehlena. Ma un sogno visto a occhi aperti, di loro due, congiunti, nudi.. Il cuore si libra nel petto. Poi quel saluto appena accennato. Detto a fior di labbra, eppure, ha lo stesso effetto di un bazzuca. Sensuale, dolce.. Chiude la vetrata, tenendole ancora la mano, finche lei non ritira la mano, rompendo quel fragile incantesimo. Deve lasciarle spazio.. Lo può sentire. *

* Gli sorride sentendosi in un qual modo intimidita, sapeva che non aveva niente da temere, ma ogni volta che incontrava il suo sguardo le sembrava di mettersi a nudo fino al più piccolo recesso della sua anima! Distoglie lo sguardo in fretta e l'unica cosa che può fare, per non rimanere li immobile a fissarlo come una bambina davanti ad una bancarella di dolciumi, era quello di muovere qualche passo e rompere il contatto delle loro mani ancora unite! Fa scivolare le dita e le porta attorno al busto mentre si avvicina alla grande vetrata che da sulla città! * La vista da qui è fantastica * mormora osservando le luci dei vari grattacieli e il le figure minuscole delle automobili che scorrevano per le strade! * da quassù la città sembra un modellino! * Appoggia un istante il palmo della mano al vetro, il freddo che le si irradia tra le dita la aiuta un attimo a riprendere il controllo!!*

Siamo in alto, questo è certo. * La guarda, la divora con gli occhi, la vorrebbe assorbire tramite la vista. Poi quella stampa di calore sul vetro.. Ha uno scatto di gelosia sorda, che gli sale dal petto. Si ferma prima di fomentarla. Parla Rehv, parla o sei fottuto! *La vedi la città ma qui regna il silenzio. * Intimità. Soli. Loro due soltanto e nessun altro al mondo. Lì da solo con lei, in quel momento, poteva quasi credere che tutte le nefandezze che aveva fatto fossero crimini commessi da un estraneo. *

* Non riesce a trattenere un altro sorriso, continuando a guardare fuori, non osa fargli vedere quanto l'ha imbarazzata ciò che ha visto dall'altra parte del Commodore* Per forza. Qui accanto stanno usando i bavagli....ehm...* Prende coraggio e si volta andando lentamente a posare gli occhi sul suo viso, salendo dal suo petto, alle lebbra ben disegnate e finalmente poi a fissarli in quei bellissimi occhi che ogni volta le lasciano un senso di meraviglia da quanto sono belli e ipnotici! In quel momento le sembrava di vederci dentro danzare delle fiammelle!! Si avvicina solamente di un passo!*

*Ghigna e cerca di trattenere una risata, ma invano. *Hai sbagliato lato del grattacielo.. *Vede il rossore imporporargli le guance, e intuisce che non si era limitata a vedere solo gli oggetti inanimati de "Il Paradiso del Bondage" di V, e diventa serio di botto. Abbassa la voce. *Devo dire qualcosa al mio vicino?

* Scuote la testa abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe cercando di nascondere la vampata di calore che le stava risalendo lungo il collo per poi imporporargli le guance! * Non è stata assolutamente colpa sua, per fortuna lui e Jane non avevano ancora....cominciato, ringraziando Dio! La colpa è stata mia che involontariamente ho scelto di smaterializzarmi sul lato oscuro del palazzo!! * Torna a voltarsi verso le luci che rischiaravano la notte* Loro sono due adulti consenzienti e non stà a me giudicare i loro gusti in quel campo, quindi è tutto a posto. Ma per quanto mi riguarda personalmente, mai nella mia vita, non fa per me!!*

*Può sentire le unghie sul vetro..Le sue, che si aggrappa disperatamente a quel sogno. Se le pratiche sadomaso erano
troppo per Ehlena, come poteva capire quello che faceva lui? Scopare come forma di riscatto, una femmina che odiava. Che, oltre tutto, era anche la sua sorellastra. Oh... e anche una symphath. Dov'è il jackpot? Con tutto quello che è lui, e ha fatto fino a quel momento, di certo lo ha vinto! *E prima che me lo chieda, no. Non piace nemmeno a me. *Eh, no, figurarsi. Lui! Una puttana di sani principi...!! le perversioni vanno bene solo se eri costretto a praticarle. Abbasso le porcate consensuali che piacevano tanto a V e alla sua
compagna.. Sono quelle le pratiche da condannare, non quello che ogni primo martedì del mese fa lui! Lui non è all'altezza di Ehlena, Cristo. Lui completamente in lotta con se stesso osserva Ehlena che gironzolava per casa. Le scarpe dalla suola di para non fanno
rumore sui pavimenti di marmo nero. Guardandola, si accorge che sotto il cappotto di lana nera indossa l'uniforme. Più che logico, se dopo dovrebbe andare al lavoro. E dai, credevi davvero che sarebbe rimasta per tutta la notte Rehv? *Posso prenderti il cappotto? *Allunga una mano. Di certo stava sudando. Nell'attico il riscaldamento è impostato a Tropici. *Io ho bisogno di tenere alto il riscaldamento, ma alla maggior parte della gente dà fastidio..

* Si domanda per l'ennesima volta cosa stesse facendo lei li, in quella stanza dove ogni pezzo di arredamento la faceva sentire fuori posto, inadeguata e poco elegante con in dosso il suo semplice cappotto di lana nera ormai consumato dal tempo ma che riusciva ancora a ripararla dal freddo!! Gironzola per l'appartamento sentendosi lo sguardo di Rehvenge addosso, che la seguiva in ogni suo movimento, Dea quanto avrebbe voluto seguire il suo istinto, ma ad essere sinceri lo aveva fatto e la prova si trovava proprio nella tasca del suo soprabito!* Per la verità...Adesso dovrei proprio andare, ero venuta solamente per portarle le pillole di penicillina * La mano va a cercare il sacchettino nella tasca per poi tirarle fuori e allungargliele.*

Speravo che restassi per cena..*Gli si affacciano nella mente le immagini della principessa, rammentandogli la bella sensazione provocatagli a essere corretto con Ehlena... Per poi pensare di cancellare il suo numero dal cellulare. Non aveva il diritto di
corteggiarla. Nessun diritto. E lei gli dice che non può.. che deve andarsene. *Capisco. *Prende le pillole che lei gli porge.* Grazie per queste.

Ne deve prendere due quattro volte al giorno per una decina di giorni * lo guarda seria * Promesso? * Al suo segno affermativo con la testa, annuisce.* Bene, e torni a farsi vedere al più presto da Havers ok?* Le sue parole vennero seguita da qualche minuto di imbarazzo in cui nessuno dei due riusciva a staccare lo sguardo e ad articolare qualche parola, poi riscuotendosi alza appena la mano salutandolo. * Okay....allora arrivederci!!* Con il corpo rigido si volta verso la vetrata pere uscire!*

* Lei si volta per andarsene e lui col pensiero le apre le vetrate. Non si azzarda ad avvicinarglisi troppo. Oh, ti prego, non andare. Ti prego non farlo, pensa. Desidera solo sentirsi... pulito per un po'. La vede uscire sul terrazzo e bloccarsi, il cuore inizia a battere
all'impazzata. Rimane fermo, immobile e lei si volta a guardarlo. I capelli mossi dal vento, chiari come fili d'oro. Non osa nemmeno respirare. *

* Fa un passo e si ritrova all'aria aperta, prende un lungo respiro sentendo il leggero vento spostarle lievemente i capelli e sferzandole l'orlo del cappotto sopra le gambe ricoperte dai collant bianchi!! * A stomaco pieno.Deve mangiare prima di assumerle.* quasi se ne stava dimenticando! Rimane ancora un istante a contemplarlo con il desiderio che le bruciava il cuore, che le cose tra loro due potessero essere diverse, ma si ripete che Rehvenge era al di fuori della sua portata, irraggiungibile come nel sogno che aveva fatto qualche sera fa! Dopo un ultimo sguardo, lo saluta con un cenno della testa e un debole sorriso e si allontana!*

*Giusto. Informazioni mediche. *Il cibo non mi manca. *Chiude la porta e a malincuore si volta, lentamente, con l'aiuto del bastone. Costeggia la vetrata immensa, svolta l'angolo fino alla luce soffusa della sala da pranzo.
Due candele accese. Due posti apparecchiati con posate d'argento. Due bicchieri da vino. Due bicchieri per l'acqua. Due tovaglioli piegati con cura sopra due piatti.
Si siede sulla sedia su cui si sarebbe seduta lei, quella alla sua destra, il posto
d'onore. Appoggia con un mezzo sospiro la busta di cellophane sul tavolo d'ebano, appoggiandosi il bastone alla coscia sinistra.La appiattisce lisciandola in modo da allineare gli antibiotici uno vicino all'altro, in una fila ordinarissima. Chissà perché non in un flaconcino arancione con l'etichetta bianca.. L'importante è che lei era andata da lui, anche solo per un pretesto delle pillole. Seduto in silenzio, al lume di candela e avvolto dall'aroma di roast beef appena sfornato, accarezza il sacchetto di plastica con l'indice
intorpidito. Una cosa però la sente. Al centro del petto. Aveva compiuto un mucchio di misfatti nel corso della sua vita. Grandi e piccoli. Aveva provocato le persone solo per poterle conciare per le feste, che fossero pusher improvvisati che spacciavano nel suo territorio, clienti che maltrattavano le sue puttane o idioti che cazzeggiavano nel suo club.
Aveva fatto leva sui vizi altrui a proprio vantaggio. Venduto droga. Venduto sesso. Venduto morte approfittando delle doti speciali di Xhex. Aveva scopato per tutti i motivi più sbagliati.
Aveva ferito, mutilato, storpiato.
Aveva ucciso.
Eppure nulla di tutto ciò lo aveva turbato. Non c'erano mai stati rimpianti né ripensamenti, mai neanche un barlume di compassione. Solo altre trame, altri piani, altre angolazioni da scoprire e sfruttare. Lì, a quel tavolo vuoto, però, in quell'attico vuoto, riesce a dare un nome a quel dolore sordo che gli sta sconquassando il cuore.. Rimpianto. Sarebbe stato straordinario meritare Ehlena.
Ma era solo una delle tante cose che non avrebbe mai potuto assaporare. *

* La sua intenzione era quella di allontanarsi immediatamente dal terrazzo di Rehvenge, ma per un motivo a lei sconosciuto, non aveva potuto fare a meno di dare un'ultima occhiata verso l'attico e i suoi occhi, attraverso le grandi vetrate, lo osservano voltarsi e attraversare lentamente rimanendo a fianco della parete dell'attico, come se avesse paura di cadere da un momento all'altro! Si sposta di istinto e va sbattere al lato di un'urna con uno stinco * Accidenti* borbotta massaggiandosi con una mano la gamba, poi solleva la testa e quello che vede gli fa dimenticare il dolore, Rehv era entrato in una stanza dove al centro faceva da padrone un tavolo apparecchiato per due, con un candelabro acceso e cristalleria preziosa appoggiata sopra ad una candida tovaglia, la parete in vetro sembrava quasi prenderla in giro facendole notare quanto disturbo lui si fosse preso per quella serata che, sicuramente avrebbe voluto finisse in modo diverso!
* Accidenti...* mormora sentendo il cuore stringersi!
Con la stessa cura e delicatezza che ci metteva nel camminare, lo vede sedersi sulla sedia, notando che volta lo sguardo indietro come per assicurarsi che fosse al suo posto, poi sgue i suoi movimenti mentre si piega sul tavolo con le braccia! Le pillole riposavano , quasi dimenticate,dentro al sacchetto a fianco di un bicchiere!!
Osservandolo, non sente ne freddo, ne il vento che infuria attorno ne tanto meno il dolore allo stinco. Alla luce tenue delle candele, col capo chino e il profilo marcato, Rehv appariva dannatamente bello!
All'improvviso solleva lo sguardo puntandolo direttamente verso il punto in cui lei si trovava e istintivamente fa un passo indietro anche se il buio l'avvolgeva del tutto ma nonostante tutto non si smaterializzo, nemmeno quando lui si erse in piedi e aprì la vetrata!
* Non ha preso le pillole!* lei non era ne una brava bugiarda ne una vigliacca che scappava!*

*Un leggero spostamento.. Che sia..? Si volta ed eccola lì. Il cuore inizia a librarsi nel petto, nemmeno avesse uno stormo di uccellini impazziti. Le va incontro aprendo la vetrata. *È questo che stai aspettando? *Lei risponde si, quindi si volta a guardare il tavolo apparecchiato. *E hai detto a stomaco pieno.. *Be', allora sembra proprio che dovrai guardarmi mangiare.

* L'elegante gesto che lui le fece per farla riaccomodare all'interno dell'attico era una tentazione a cui lei non intendeva cedere! Con le gambe che le tremano e il pulsare frenetico del cuore nella gabbia toracica, lo ascolta e lo segue per l'ennesima volta nei suoi movimenti misurati mentre va a spegnere le candele. Il filo di fumo produce una linea bianca che sale verso il soffitto bianco era come un lamento di tutte le possibilità negate per quella serata, lui si era prodigato a cucinare una cenetta romantica per loro due e si era vestito con cura e lei come lo ripagava, rimanendo immobile e fredda rimanendo distante, anche se era tutto l'incontrario di quello che sentiva!
Con un sospiro entra, aveva già rovinato abbastanza la serata!*

Accomodati, torno subito col mio piatto. A meno che...*Fa che non ha mangiato..Fa che non ha cenato! Ho già mangiato gli risponde.. Merda! Abbozza un inchino, mentre lei sposta una sedia dal tavolo. *Ma certo. *Appoggia il bastone contro il tavolo, e esce, sorreggendosi sugli schienali delle sedie e agli stipiti della porta a vento, che da sulla cucina. Torna poco dopo rifacendo le medesime cose, con metodica concentrazione, prima di mettersi seduto sulla sedia con i braccioli, ovviamente a capotavola. Senza proferire parola, afferra una lucida forchetta in argento sterling e comincia a tagliare con cautela la carne, mangiando con grande
compostezza e rispetto dell'etichetta. *

* Merda si sentiva una completa stronza, era li davanti a lui con il piatto vuoto e rigida nel suo cappotto, il rumore delle posate d'argento sulla fine porcellana del piatto, faceva stridere il silenzio i cui la stanza era caduta!!
Con gesti meccanici aveva cominciato a lisciare il tovagliolo, stava malissimo per tutta quella situazione, per tutta una serie di cose che si erano accavallate e pur non essendo una chiacchierona si ritrova a cercare di parlare, non riusciva più a tenersi tutto dentro*
Due sere fa....* il mugolio proveniente dall'altra parte del tavolo la interrompe un attimo, lo guarda ma lui rimane con il capo chino*
Non mi aveva dato buca, sa, a quell'appuntamento! * si interrompe mordendosi un attimo il labbro inferiore* E' stato ucciso!

*Si blocca a metà del gesto, con la forchetta a pochi millimetri dalla bocca. Si volta lento, seppur essendo completamente raggelato. *Cosa?

Ehm...* cosa le era saltato in mente di parlare di quella cosa proprio mentre lui stava mangiando* Stephan, sa il ragazzo che dovevo vedere e che pensavo mi avesse dato buca...è stato ucciso dai Lesser, i re lo ha portato in clinica ma finchè non è venuto il cugino a cercarlo io non ne avevo una minima idea che fosse lui il corpo senza nome!! L'altra sera ho passato la nottata a prepararlo per il rito funebre prima di riconsegnarlo alla famiglia! * scuote la testa incurante della ciocca di capelli che le passa davanti agli occhi.* Lo hanno massacrato....era irriconoscibile!*
La voce le si spezza e chiude le labbra stringendole tra loro cosi forte da farle diventare rigide, si rifiutava di continuare a parlare e quello che poteva fare era starsene seduta immobile lisciando il tessuto fine del tovagliolo, con gli occhi bassi nella speranza di rinfrancarsi!
Il lieve tintinnio delle posate appoggiate sul piatto, era l'unico segno che Rehv aveva interrotto la sua cena, sospira appena e subito dopo sente la sua mano appoggiarsi al suo braccio, alza lo sguardo!*

Mi dispiace davvero tanto *Le stringe il braccio per solidrietà e si appoggia all'indietro sulla
sedia, per evitare di opprimerla..*Non mi stupisce che tu non sia in vena
di tutto questo. Se l'avessi saputo...

No, non fa niente, sono io che non mi sono spiegata all'inizio, avrei dovuto farlo appena arrivata. Ma stasera sono fuori fase, non mi sento proprio me stessa, anzi!!
* Lo vede appoggiarsi allo schienale della sedia, sa che si stava allontanando per non opprimerla cosa che lei in un'altra occasione ne sarebbe stata grata, ma quella sera le pareva un peccato...pensa usando la parola che lui prediligeva!! Sentire la suo tocco attraverso la manica del cappotto era stato molto piacevole! Una vampata di calore la investe e le dita corrono a slacciare i bottoni per poi togliersi l'indumento!*
Si bolle qui dentro* sente le guance arrossire*