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 Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)

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MessaggioTitolo: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeMar 11 Dic 2012 - 16:40

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*Il complesso del St. Francis Medical Center era una città a sé. Prende forma all'ombra di un gruppo di alberi e si avvia, con lunghe falcate, verso la porta girevole. La sua mente era lontanissima ma impartiva i semplici comandi al corpo. Scansa i passanti, sente l'odore di tabacco addosso ai fumatori, avverte in viso l'aria gelida invernale, ma era troppo distratta per far caso all'ambiente. Appena entra nella struttura le mani diventano appiccicose e la fronte si imperla di sudore freddo. Odia gli ospedali. Le luci al neon, il linoleum bianco e il personale nella classica tenuta da sala operatoria la paralizzano. Il dottore non fa una piega mentre la guarda, come se per una che faceva mosse di arti marziali era normale conoscere un paio di salme con l'etichetta attaccata all'alluce* "vada fino in fondo e troverà una porta con sopra scritto Obitorio, è nel seminterrato"
Grazie. *passa attraverso il metal detector. Rivolge una breve occhiata e un misero sorrisino alla guardia e lo oltrepassa. Il coltello che aveva addosso, infilato nella cintola dei pantaloni, era di ceramica e al posto dei cilici di metallo aveva addosso quelli in cuoio. Nessun problema: tutto fila liscio come l'olio. In fondo al corridoio c'era la porta, la spalanca con una spinta e segue le frecce rosse. Poco più in là della porta c'era il detective De La cruz, fermo accanto ad una porta con doppi battenti in acciaio inossidabile, contrassegnata con le scritte: Obitorio e Vietato l'accesso al personale non autorizzato. Il cuore si ferma per un istante, prima di iniziare a picchiare nello sterno alla velocità di un martello pneumatico. Chiude per un istante gli occhi e inspira lentamente, poi espira. Non era in un ospedale con un tizio piegato sopra di lei che faceva "cose in nome della scienza". Non era il passato e lei stava bene, era lì di sua spontanea volontà. Dieci anni erano passati e quella storia se l'era buttata dietro alle spalle... o almeno crede di essere convinta sia così. Alle sue spalle un rumore, prima debole, poi sempre più forte. Si volta di scatto e rimane impietrita, inchiodata sul posto dalla paura... Ma era solo un inserviente che aveva colpito qualcosa con un grosso carrello in metallo. Sbatte per un attimo le palpebre e mentalmente rivede un altro carrello, pieno di arti aggrovigliati e inerti, le braccia e le gambe dei cadaveri si sovrappongono come legna da ardere. Si stropiccia entrambi gli occhi con le mani.. Ok. Lei aveva superato quello che le era successo..a patto di non entrare in cliniche ed ospedali.
Cazzo, doveva uscire da lì immediatamente. Apre gli occhi e continua a camminare fino a fermarsi davanti alla salma e vicino al detective De la Cruz. Un umano in camice verdino pallido stava ritto accanto alla testa e, ad un cenno del detective, scoprì il volto del corpo coperto. Chrissy Andrews. Chrissy aveva gli occhi chiusi, le ciglia abbassate sulle guance dello stesso grigio pallido delle nuvole, a dicembre. La bocca era violacea, le labbra spaccate da quello che poteva essere stato un pugno, una padella o lo stipite di una porta. Le pieghe del lenzuolo intorno al collo nascondevano quasi del tutto i segni di strangolamento.*
So chi l'ha ridotta così. *dice senza distogliere lo sguardo dalla ragazza* Sì, detective, è Chrissy Andrews. E a ridurla così è stato il suo ragazzo. *Ora che aveva detto quello che doveva, voleva schizzare fuori da quel luogo. Si volta ed esce dalla porta a vetri e si dirige verso l'uscita, i passi del detective la seguono insieme alle sue parole. Si ferma e lo guarda* Devo tornare al lavoro *lui la guarda serio e dispiaciuto ed aggiunge la solita spatafiata della polizia sul fatto che indagheranno, che prenderanno il colpevole e di non cercare di fare la vigilantes per farsi giustizia da sola. In quel momento l'immagine dei capelli di Chrissy le si formò in mente: si spazzolava continuamente la chioma all'indietro, li lisciava in cima e poi spruzzava della lacca finchè non assomigliava ad un pedone degli scacchi; ma i capelli sotto al sudario erano piatti su entrambi i lati. L'immagine scomparì quando il detective le disse se le serviva un passaggio.* La ringrazio ma non si preoccupi e non farò stupidaggini. *Spera vivamente di averlo zittito così da poter uscire da lì nel più breve tempo possibile e, per rendere più convincente la scena, abbozza un sorriso* Arrivederci detective, sa dove trovarmi in caso abbia bisogno di me. *si volta ed esce fino in strada, cammina veloce e appena raggiunge un angolo in ombra, controllando di non essere seguita, si smaterializza nei pressi del locale.
Doveva parlare con Rehvenge, Trez ed iAm ma prima aveva bisogno di pensare un breve momento e di calmare quelle emozioni che le increspavano la pelle. Una tazza di caffè, forse, era quello che ci voleva.*
*Il cuori si ferma per un istante prima di iniziare a picchiare nello sterno alla velocità di un martello pneumatico. Chiude per un istante gli occhi e inspira lentamente, poi espira. Non era in un ospedale con un tizio piegato sopra di lei che faceva "cose in nome della scienza". Non era il passato e lei stava bene, era lì di sua spontanea volontà. Dieci anni erano passati e quella storia se l'era buttata dietro alle spalle... o almeno crede di essere convinta sia così. Alle sue spalle un rumore, prima debole, poi sempre più forte. Si volta di scatto e rimane impietrita, inchiodata sul posto dalla paura... Ma era solo un inserviente che aveva colpito qualcosa con un grosso carrello in metallo. Sbatte per un attimo le palpebre e mentalmente rivede un altro carrello, pieno di arti aggrovigliati e inerti, le braccia e le gambe dei cadaveri si sovrappongono
come legna da ardere. Si stropiccia entrambi gli occhi con le mani.. Ok. Lei aveva superato quello che le era successo..a patto di non entrare in cliniche ed ospedali.
Cazzo, doveva uscire da lì immediatamente. Apre gli occhi e continua a camminare fino a fermarsi davanti alla salma e vicino al detective De la Cruz. Un umano in camice verdino pallido stava ritto accanto alla testa e, ad un cenno del detective, scoprì il volto del corpo coperto. Chrissy Andrews. Chrissy aveva gli occhi chiusi, le ciglia abbassate sulle guance dello stesso grigio pallido delle nuvole, a dicembre. La bocca era violacea, le labbra spaccate da quello che poteva essere stato un pugno, una padella o lo stipite di una porta. Le pieghe del lenzuolo intorno al collo nascondevano quasi del tutto i segni di strangolamento.* So chi l'ha ridotta così. *dice senza distogliere lo sguardo dalla ragazza* Sì, detective, è Chrissy Andrews. E a ridurla così è stato il suo ragazzo. *Ora che aveva detto quello che doveva, voleva schizzare fuori da quel luogo. Si volta ed esce dalla porta a vetri e si dirige verso l'uscita, i passi del detective la seguono insieme alle sue parole. Si ferma e lo guarda* Devo tornare al lavoro *lui la guarda serio e dispiaciuto ed aggiunge la solita spatafiata della polizia sul fatto che indagheranno, che prenderanno il colpevole e di non cercare di fare la vigilantes per farsi giustizia da sola. In quel momento l'immagine dei capelli di Chrissy le si formò in mente: si spazzolava continuamente la chioma all'indietro, li lisciava in cima e poi spruzzava della lacca finchè non assomigliava ad un pedone degli scacchi; ma i capelli sotto al sudario erano piatti su entrambi i lati. L'immagine scomparì quando il detective le disse se le serviva un passaggio.* La ringrazio ma non si preoccupi e non farò stupidaggini. *Spera vivamente di averlo zittito così da poter uscire da lì nel più breve tempo possibile e, per rendere più convincente la scena, abbozza un sorriso* Arrivederci detective, sa dove trovarmi in caso abbia bisogno di me. *si volta ed esce fino in strada, cammina veloce e appena raggiunge un angolo in ombra, controllando di non essere seguita, si smaterializza nei pressi del locale.
Doveva parlare con Rehvenge, Trez ed iAm ma prima aveva bisogno di pensare un breve momento e di calmare quelle emozioni che le increspavano la pelle. Una tazza di caffè, forse, era quello che ci voleva.*

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L'interno della tavola calda, un tempo, era arredato con gusto: pareti e soffitti laminati di metallo che ricordavano i locali clandestini americani dei tempi, del proibizionismo, uno specchio
smerigliato in stile art déco dietro il bancone.
Adesso però era molto più trasandata, e sulle pareti campeggiavano macchie di fumo che non andavano più via. La cosa positiva era che i tavoli allineati alle pareti erano quasi tutti pieni di gente che si faceva gli affari propri. Si siede su uno degli sgabelli al bancone e ordina un caffè nero.
Nero come il suo umore.
Nero come l'asfalto, bagnato dalla pioggia.
Nero come le notti senza luna.
Quando la ragazza al banco le porge il caffè, abbassa la testa per guardare all'interno della tazza e rimane immobile. Era un normalissimo caffè, ma lei vedeva ancora il viso di Chrissy: pallido e con i capelli schiacciati.
Un impeto di rabbia si alza sottopelle. Bobby Grady, il compagno di Chrissy, alla fine era riuscito ad ucciderla, ma quello che non sapeva, e che era una certezza, è che lui avrebbe fatto una gran brutta fine. Occhio per occhio, come sempre. Non poteva lasciare spazio alla malinconia o alla compassione, doveva trovare Grady e ucciderlo, prima che si fosse trovata tra i piedi il detective De la Cruz. Deve parlare con Rehvenge e i suoi fratelli. Si alza dallo sgabello, lascia i soldi sul bancone ed esce dalla tavola calda, senza nemmeno aver bevuto il caffè. Si chiude la cerniera della giacca di pelle e raggiunge il locale con lunghe falcate.
Entra, raggiunge la zona VIP, senza guardare niente e nessuno, e procede a passo di carica verso l'ufficio di Rehv.


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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeMer 12 Dic 2012 - 15:32

*Parcheggia la Bentley, sempre nel vicolo.Una lunga coda davanti allo Zero, come ogni maledettissima sera.Si stringe la pelliccia di ermellino addosso e stretto in mano anche il bastone entra.Una rapida occhiata gli conferma che il locale è stra pieno, e non solo degli umani.Il trio dei nuovi della confraternita, come sempre sul divanetto..Ognuno in quella sala al momento si trova a guardare nella sua direzione, ma come di prassi non gliene frega un cazzo.Rivolge un cenno di saluto a John e gli altri due.Si muove con estrema cura, ma nulla sfugge alle sue occhiate e si dirige all'ufficio..Apre la porta e si ritrova iAm e Trez con l'allibratore stretto tra loro, o meglio appeso.Il silenzio delle Ombre è proporzionale al battito accelerato dell'allibratore.Fa un sorriso tirato, attento a non mostrare le zanne.*
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeLun 17 Dic 2012 - 12:49

*Imbocca il corridoio, passando davanti alla zona VIP, con la coda dell'occhio scorge un paio di occhi blu nella penombra. Merda. Lui è lì, ancora. Il chiodo fisso della sua libido si trova nello stesso identico punto di dove l'aveva lasciato un paio d'ore prima: in mezzo ai suoi due amichetti, al tavolo della confraternita e con una corona in mano. Esattamente come prima, il separé sembra essersi rimpicciolito, o forse è lui che è grosso e riduce ai minimi termini lo spazio che lo circonda. Giubbotto di pelle nera e t-Shirt Affliction. Com'erano cambiate le cose!
La prima volta che l'aveva visto sembrava uno sgabello da bar, i muscoli appena sufficienti per alzare gli ombrellini che si infilano nei cocktail, ma adesso... Adesso è superbo.
Si avvicina ad uno buttafuori all'ingresso dell'area Vip che le dice qualcosa nell'orecchio. E' quasi più forte di lei, la sua coda dell'occhio continua a sbirciare John Matthew, e quegli occhi blu scuro che sembravano scintillare di luce propria. Cazzo! Dire che se li cercava con il lanternino era un eufemismo! Quel figlio di buona donna aveva appena superato la transizione. Il re dei vampiri era il suo whard, viveva con la confraternita ed era pure muto. E pensare che fino a quel momento credeva che Murdher fosse stata una pessima idea... ed invece eccola qui! La lezione di vent'anni prima non le era servita proprio ad un cazzo! Guardandolo, anche solo di sottecchi, riusciva a pensare ad una cosa soltanto: lui nudo, sdraiato su un letto con l'uccello duro come il marmo e la mano che si muoveva su e giù... finché non gli si muovevano le labbra, pronunciando il suo nome in un gemito silenzioso e veniva sui perfetti addominali a tartaruga. Belli i sogni, già, peccato che quello non era un sogno, una fantasia o nulla di simile; era reale. Quei servizietti manuali succedevano davvero. Niente fantasia, solo pura realtà. E lei come lo sapeva? Come una cretina gli aveva letto i pensieri e aveva visto tutto come un film in real time. Cretina! E questa era una tragedia. Con una mano fa un cenno al buttafuori e, scacciando i pensieri, soprattutto concentrandosi sulla sua serata di merda, rabbia compresa, entra nell'ufficio di Rehvenge. Apre la porta e in una manciata di millesimi di secondo inquadra la situazione che ha davanti. Impassibile si appoggia con la schiena alla porta e si posiziona a braccia conserte. Adesso è pienamente concentrata e dannatamente incazzata. Da lì non sarebbe entrato, ma soprattutto,né uscito nessuno. Ascolta con attenzione il discorso e la paura dell'allibratore le fa fare un leggero ghigno. Da lì a breve sarebbe successo qualcosa che l'allibratore, se fosse uscito vivo, si sarebbe ricordato per tutta la vita. Teste di cazzo! Non imparano mai! *
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeLun 17 Dic 2012 - 13:50

*Fa il giro della scrivania.Xhex appena arrivata e decisamente di umore nero.*Mi sono giunte delle voci..*Fa un cenno a iAm, che come sempre non smuove un muscolo.Se gli presenti però un cappuccino fatto a regola d'arte allora hai, forse, la possibilità di vedere un barlume di gioia.*Il mio socio qui, ha detto che la tua voce è una delle migliori.. Proprio da vero animale da palcoscenico.. Cos'è che ha cantato iAm? *La voce di iAm tutta da James Earl Jones, bassa e bella da morire. Il socio risponde citando il titolo di un film. Three Coins in the Mountain e l'allibratore si tira su sulla sedia.Risponde con una nota di panico nella voce. Ah! Beccato.* Ah.. Così hai ritmo.. Ovvio modestia a parte.. E sei un tenore come il buon vecchio Mister Bennet eh? *Fa una pausa ad effetto.* E si dal caso che io adori i tenori. Il coglione iniziava ad emanare l'odore acre della paura.* Voglio che canti per me, e non come faresti ad una festa. Voglio che canti per ripagarmi del denaro che mi hai sgraffignato il mese scorso. *Subito l'allibratore cerca di spiegare, ma lui continua senza pietà.* Vedi.. iAm è un contabile fantastico. Tutte le settimane gli consegni i tuoi resoconti. Quanto hai puntato, su quali squadre e con quali guadagni. Credi che nessuno faccia i conti? Sulla base delle partite del mese scorso avresti dovuto versare... qual era la cifra, iAm? *Il socio risponde pacato.* Centosettantottomilaquattrocentoottantadue. *Fa un cenno secco con la testa.* Quello che ha detto lui. E invece tu hai versato? *iAm risponde prontamente* Centotrentamilanovecentoottantadue. *Si sporge sulla scrivania e continua.* Quindi la differenza è venticinque verdoni su una quota percentuale del novanta per cento. Giusto, iAm? *Al cenno di assenso del socio, fa forza sul bastone e si alza. Si piazza davanti all'allibratore e i Mori ai due lati, come due boia. Fa un ghigno gelido.* Reverendo, capo... la prego, avevo intenzione di restituir...*La vocina dell'allibratore è ancora più acuta.* Oh certo che lo farai.. Fino all'ultimo penny. Più gli interessi che metto sugli stronzi che cercano di fregarmi, che ammonta al centocinquanta per cento da versare alla fine di questo mese, o tua moglie si vedrà recapitare a pezzetti il suo bel maritino. Ah, sei licenziato. *L'allibratore scoppia in lacrime, ma non toccandolo minimamente continua a soffiare sul fuoco. Scatta in avanti, con la mano, agguantandolo in mezzo alle gambe. Non avendo sensibilità, il guaito da barboncino gli conferma che la cosa non è a doppio senso. Accosta la bocca all'orecchio bisbigliando gelido.* Mi manda in bestia. E se credi che quello che la mafia voleva farti era brutto, ti garantisco che io sono capace di peggio. E adesso... voglio che canti per me, figlio di
puttana. Perché io odio essere derubato. *Non contento, gli torce il pacco con forza e l'allibratore emette un grido a squarciagola, un urlo
alto e stridulo che riecheggia contro il basso soffitto della stanza. Quando lo strillo comincia asmorzarsi perché aveva esaurito la sua riserva d'aria, allenta la presa dandogli l'opportunità di rinfrescar le corde vocali. E poi.. Il secondo grido, più forte e stridulo del primo, a dimostrazione del fatto che i cantanti effettivamente migliorano, dopo un po' di riscaldamento. L'allibratore si contorceva e gemeva nella stretta dei Mori.Non molla, il suo lato symphath osservava rapito come davanti al più bello degli spettacoli televisivi.
Ci vollero circa nove minuti prima che l'allibratore perdesse conoscenza. Quando svenne, lascia la presa e torna a sedersi. Fa un cenno a Trez e iAm che lo sollevano di peso per scaricarlo nel vicolo, per farlo rinvenire. Concentra la sua attenzione su Xhex, che non si era mossa di un millimetro.* Che c'è? *Vedendo che non lo guardava, ne accennava a voler rispondere, insiste.* Cosa cazzo è successo? *Niente. Nemmeno dopo il ritorno dei Mori.* Parla.Subito.
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeMar 18 Dic 2012 - 15:33

*Un minuscolo ghigno le increspa le labbra. Nove minuti...Però! Continua a fissare la moquette nera a pelo raso, mentre traccia un cerchio con il tallone dell'anfibio. Sente i mori rientrare e mettersi nel lato opposto della stanza. Alza gli occhi direttamente in quelli di Rehv*
Chrissy Andrews è morta. *Dall'espressione del suo capo capisce che già lo sapeva, ma parla subito rispondendo alla domanda che Rehvenge stava per pronunciare*
Picchiata e strangolata a morte nel suo appartamento. Sono appena rientrata dall'obitorio...sono andata ad identificare il cadavere. Me ne occupo io e voglio farlo il più velocemente possibile. *Indipendentemente da quello che avrebbe detto Rehv, avrebbe stanato Grady e l'avrebbe ucciso.*
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeMar 18 Dic 2012 - 22:14

*Generalmente era lui a comandare, ma in quel caso non aveva intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a Xhex. Per lui le ragazze che lavoravano al club non erano solo una fonte di reddito... Erano dipendenti che gli stavano a cuore e in cui si immedesimava profondamente. Così, se una si faceva male, fosse per colpa di un cliente, un fidanzato o un marito, lui ci teneva a vendicarla. Le puttane meritano rispetto, e quelle che lavoravano per lui l'avrebbero ottenuto.* Prima dagli una lezione.* Dice ringhiando. *
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeGio 20 Dic 2012 - 11:00

Non preoccuparti, consideralo già fatto.
*Sente il capo mormorare con un filo di voce, mentre afferra il tagliacarte. Stavano pensando tutti alla stessa cosa; il silenzio proveniente da tutti e quattro era una coltre nube che riempiva l'ufficio. C'erano molte perdite nella loro professione, la gente morta ammazzata non era certo una novità, ma, per la maggior parte, la loro squadra era il segno meno dell'equazione: erano loro a far fuori gli altri. La perdita di uno dei loro per mano di qualcun altro era dura da digerire, parecchio.*
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeGio 20 Dic 2012 - 11:54

Per ora no. *Si passa la mano sulla cresta da mohicano. *Ho anche io una notizia per voi e prima che mi fermiate, sarà una cosa che scatenerà un gran casino. Voglio dare a tutti e due la possibilità di tirarsene fuori. *Guarda iAm e Trez, cercando di mettere in moto il cervello. *Xhex tu non hai questa possibilità, spiacente. *Nessuno dei Mori si mosse, cosa che non lo sorprese. Trez mostrò il dito medio, e nemmeno questo lo sorprese. *Sono andato nel Connecticut.
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeGio 20 Dic 2012 - 12:12

Anche in clinica...se è per questo. Perchè?
*Della serie come deviare i discorsi. Rehv le aveva appena chiesto di fare un lavoretto. Un gelido sorriso compare sulle labbra* Spara!



Ultima modifica di Xhex Bdbuniverse il Gio 20 Dic 2012 - 12:21 - modificato 3 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeGio 20 Dic 2012 - 12:20

Lascia perdere quella cazzo di clinica. *Osserva il tagliacarte sulla scrivania. Wrath lo aveva uguale e scherzando gli aveva detto che entrambi comandavano col pugnale. Ma lui lo faceva solo per il proprio interesse personale, mentre i motivi di Wrath erano la moralità. *Non sarà facile, perché non è per divertimento.
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MessaggioTitolo: Re: Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv)   Visita al St. Francis Medical Center e rientro allo Zero (Xhex e Rehv) Icon_minitimeGio 20 Dic 2012 - 12:26

*alza le spalle* I lavori divertenti non lo sono mai. *inclina leggermente la testa, guarda brevemente i mori e torna con lo sguardo su Rehv. prestando attenzione alle sue parole. Aveva proprio bisogno di una valvola di sfogo*
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